rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Novara Calcio comprato con fondi illeciti: come funzionava il sistema di Rullo

Secondo le indagini, l'ex patron avrebbe riciclato soldi comprando quote della società

É stato arrestato l'ex patron del Novara Calcio con l'accusa di essere a capo di un gruppo che gestiva un traffico di tonnellate e tonnellate di rifiuti, anche pericolosi, comprati e rivenduti illegalmente.

Maurizio Rullo, 64 anni, è accusato insieme al altre 18 persone di vari reati, che vanno dal traffico illecito internazionale di rifiuti al riciclaggio. L'operazione "Black steel" del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Milano, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia milanese, ha portato alla luce un sistema che ha fruttato milioni di euro che sono stati poi riciclati in varie attività: tra queste il Novara Calcio. Secondo le ricostruzioni, infatti, una parte dei soldi ricavati dal traffico illegale è stato utilizzato per comprare una quota della società calcistica novarese.

Come funzionava il sistema

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, gli indagati sarebbero responsabili dei reati di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, riciclaggio, auto riciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false, emissione di fatture per operazioni inesistenti. Per questo è stato disposto il sequestro di beni del valore complessivo di circa 90 milioni di euro.

L'associazione criminale, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Milano, Massimo Baraldo, aveva "comprato, più volte" e sempre "in nero, sul mercato illegale", "ingenti quantitativi di rifiuti speciali costituiti da rottami ferrosi" in tutt'Italia, che poi declassificava in "non rifiuti", sempre attraverso "certificazioni false", facendoli risultare trattati in impianti dell'organizzazione, per poi rivenderli ad acciaierie, fonderie e a commercianti di rottami. Nel complesso, tra il 2017 e il 2021, secondo gli inquirenti, erano state acquistate 165mila tonnellate di rifiuti. Il gruppo avrebbe inoltre gestito "rifiuti speciali anche pericolosi" facendoli passare per materiali innocui, inviandoli in discariche o impianti non autorizzati all'estero. 

Per coprire l'attività illegale, il gruppo emetteva fatture false dalle quali risultava che i rottami erano acquistati all'estero da società create ad hoc e intestate a prestanome. I guadagni ottenuti con la vendita del ferrame e di altri materiali, finivano su conti di società italiane, tedesche e ungheresi e venivano poi riciclati, nell'attività stessa, ma non solo. Ad esempio, secondo le indagini, con quei guadagni erano state acquistate una quota del Novara calcio e un'ex area industriale nel Torinese.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Novara Calcio comprato con fondi illeciti: come funzionava il sistema di Rullo

NovaraToday è in caricamento