Truffa delle patenti: concluse le indagini dell'operazione "Patentopoli"
Sei gli indagati per truffa aggravata nel rilascio delle patenti di guida. L'operazione è stata svolta dalla polizia di Novara e dalla guardia di finanza di Savona
Sono concluse le indagini che hanno portato alla chiusura dell'operazione "Patentopoli", svolta dai militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Savona e dagli agenti della polizia di Novara, con cui è stata sgominata un'associazione a delinquere dedita alle truffe nel settore del rilascio delle patenti di guida.
Sono sei le persone indagate, due cittadini italiani e quattro pakistani, tutte sospettate di appartenere ad un sodalizio criminale che avrebbe operato in diverse località del nord Italia, tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, il gruppo aveva organizzato un sofisticato sistema fraudolento che consentiva sia a cittadini italiani che extracomunitari senza alcuna padronanza della lingua italiana, tutti ugualmente privi delle più elementari nozioni del Codice della strada, di ottenere la patente di guida dietro il pagamento di laute somme di denaro, nell'ordine di svariate migliaia di euro.
In particolare, i membri della banda si adoperavano attraverso l'uso di congegni elettronici opportunamente modificati, occultati negli indumenti dei candidati, per consentire a questi ultimi di ottenere precisi suggerimenti. Inoltre, gli indagati, dopo aver supportato i "clienti" nel disbrigo delle varie incombenze burocratiche, prima delle sessioni d'esame fornivano loro un indumento contenente una microcamera o un microfono miniaturizzato, dopodiché predisponevano il collegamento con loro attraverso un micro-auricolare in modo da poter suggerire le risposte esatte. Unico compito del candidato sarebbe stato, dunque, quello di sedersi alla postazione assegnata e attendere il suggerimento.
Le indagini eseguite dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Savona e dai poliziotti della Squadra di polizia giudiziaria della polizia stradale di Novara, sono state condotte attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, pedinamento, accertamenti documentali ed indagini bancarie.
Le operazioni di perquisizione eseguite nell'aprile dello scorso anno nei confronti degli indagati, avevano già portato al ritrovamento e al sequestro di materiale probatorio, come numerosi auricolari bluetooth miniaturizzati, microcamere, smartphone, modem wi-fi portatili e capi di abbigliamento opportunamente confezionati per nascondere l'attrezzatura utilizzata per eludere la sorveglianza durante gli esami teorici sostenuti presso le motorizzazioni civili di svariate province italiane.
L'analisi delle apparecchiature elettroniche sequestrate, aveva inoltre consentito di trovare numerose foto dei documenti di identità dei "clienti", appunti manoscritti con la rendicontazione dei profitti illeciti ottenuti e persino foto di candidati ancora impegnati in sessioni d'esame a quiz, con il monitor ben inquadrato e la scheda d'esame in evidenza, talvolta con l'indicazione dell'anagrafica ben visibile.
Non solo: l'esame delle chat intrattenute da alcuni degli indagati ha agevolato la ricostruzione di numerosi episodi illeciti perpetrati dal sodalizio e ha consentito di operare il sequestro finalizzato alla confisca di oltre 18mila euro, somma ritenuta verosimilmente provento dei reati discoperti.
A seguito della conclusione delle indagini preliminari, l'autorità giudiziaria ha formalizzato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei sei indagati, con la contestazione di 30 capi di imputazione legati ad altrettante sessioni d'esame alterate.
Per decine di candidati, inoltre, verrà proposto alle motorizzazioni civili di competenza la revisione del documento di guida eventualmente conseguito, per le opportune verifiche.