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Cronaca

Banche e mutui: scoperto a Novara maxi giro milionario di truffe

Nell'inchiesta della Guardia di Finanza di Novara sono indagate 22 persone. L'attività di indagine della Fiamme Gialle è scaturita da una "normale" verifica fiscale

Maxi truffa alle banche scoperta dalla Guardia di Finanza di Novara. Indagate ben 22 persone, accusate a vario titolo di truffa aggravata, riciclaggio e mediazione usuraia.

Erano infatti riuscite a farsi rilasciare mutui per diversi milioni di euro facendo acquistare a nullatenenti (che venivano fatti risultare regolarmente assunti con tanto di busta paga contraffatta) immobili di scarso valore spacciati per immobili di pregio attraverso false perizie. Il mutuo erogato, in alcuni casi, era pari anche al triplo del valore effettivo dell’immobile: dopo il pagamento delle prime rate del debito gli acquirenti diventavano insolventi e le banche si trovavano con in mano un pugno di mosche.

L'organizzazione criminale Aveva escogitato un sistema quasi perfetto: il venditore della casa ci guadagnava anche più di quanto potesse sperare, le teste di legno reclutate per intestarsi la casa come prestanome non avevano nulla da perdere ed avevano tutto l’interesse, per un po’ di tempo, a beneficiare di una casa e di un po’ di liquidità e gli unici danneggiati erano gli istituti di credito che, bontà loro, si limitavano ad accusare il colpo senza neanche denunciare la truffa.

Il gioco probabilmente avrebbe potuto continuare ancora a lungo se i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Novara non fossero intervenuti denunciando tutto all’autorità giudiziaria.

L’attività di indagine delle Fiamme Gialle è scaturita da una "normale" verifica fiscale: i finanzieri, a seguito di un controllo operato nei confronti di una società attiva nel settore della costruzione e compravendita di edifici, avevano rilevato una serie di incongruenze notando evidenti scostamenti tra il valore degli importi di alcune compravendite immobiliari ed i relativi mutui ipotecari, che peraltro erano stati richiesti ed ottenuti da soggetti formalmente privi di qualsiasi fonte di reddito.

Tali circostanze hanno offerto lo spunto per sviluppare una serie di approfondimenti che, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Novara, hanno consentito di individuare e raccogliere gli elementi di prova del complesso sistema di frode.

Il modus operandi adottato si è basato sul sistematico sfruttamento di soggetti contraddistinti da profili di marginalità sociale (ex tossicodipendenti, extra comunitari, prostitute etc) caratterizzati da precarie e disagiate condizioni socio economiche che, a causa dei loro problemi, si sono prestati al compimento di atti giuridici dannosi per sé e per gli altri.

La particolare pericolosità sociale dell'organizzazione criminale è sfociata anche nella creazione, attraverso una serie di falsi materiali ed ideologici, di una falsa identità, impersonata materialmente da uno degli indagati, attraverso cui è stato possibile addirittura ottenere l’intestazione di un’unità immobiliare e la relativa concessione di un mutuo ipotecario.  

Per realizzare la frode, durante la fase istruttoria relativa alla concessione dei mutui, veniva prodotta falsa documentazione attestante il possesso dei requisiti reddituali (modelli cud, modelli di dichiarazione, bilanci societari, buste paga, attestazioni di impiego dei datori di lavoro) richiesti dagli istituti di credito. Al fine di ottenere la concessione di un mutuo per importi considerevolmente superiori all’effettivo valore dell’immobile si procedeva poi alla falsificazione ed esibizione di perizie di valutazione degli immobili notevolmente sovradimensionate, ed una volta che il mutuo ipotecario veniva erogato, le maggiori somme ottenute rispetto al valore effettivo della compravendita, venivano trasferite agli autori della truffa, principalmente attraverso prelevamenti di somme di denaro contante, ma anche attraverso la negoziazione di assegni bancari, direttamente o dopo una serie di girate.

Per dissimulare la solvibilità del debito contratto, sui conti correnti dei soggetti richiedenti i mutui veniva lasciata una somma di denaro sufficiente a garantire il pagamento delle prime cinque o sei rate di ammortamento. Gli istituti di credito quindi, dopo aver rilevato il passaggio a sofferenza dei mutui e dei conti correnti interessati, si sono trovati di fronte non solo soggetti effettivamente nullatenenti e senza reddito da cui non poter ottenere alcunché, ma anche immobili di un valore commerciale abbondantemente inferiore a quello periziato, con conseguente rilevazione di una consistente perdita.

Le indagini hanno complessivamente consentito di segnalare all’autorità giudiziaria 22 soggetti, responsabili a vario titolo dei reati di truffa aggravata, riciclaggio e di mediazione usuraia.

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