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Cronaca

Truffe del reddito di cittadinanza: 16 arresti e 9mila denunciati, l'indagine della Finanza parte (anche) da Novara

Operazione delle Fiamme Gialle novaresi e cremonesi. Nessun arrestato e denunciato nel novarese, dove però sono state presentate 2mila richieste anomale di rilascio di codici fiscali

E' partita (anche) da Novara l'indagine delle Fiamme gialle che ha portato all'arresto di 16 persone e alla denuncia di altre 9mila persone, coinvolte in una maxi truffa per far ottenere il reddito di cittadinanza a chi non ne aveva diritto.

Militari appartenenti al Comando provinciale della guardia di finanza di Novara e di Cremona, su disposizione del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano, hanno infatti eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti facenti parte di un'organizzazione criminale finalizzata al conseguimento di pubbliche erogazioni, tra cui il reddito di cittadinanza, ed alle estorsioni.

Gli arresti hanno consentito di disarticolare un'associazione a delinquere capeggiata da cittadini di origine rumena, che mirava a favorire l’erogazione del reddito di cittadinanza a persone prive dei requisiti previsti dalla legge.

Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme gialle, i compiti e le funzioni all’interno del sodalizio criminale erano ben precisi e delineati: i promotori, cittadini di origine rumena, avevano il compito di procurare i documenti ed i nominativi di propri connazionali avvalendosi anche dell'aiuto di complici operanti all’estero. Questi documenti venivano poi consegnati, tramite persone di fiducia, ai titolari compiacenti di Caf, che predisponevano e compilavano la falsa documentazione di supporto alla domanda (Dsu e codice fiscale). Successivamente altri membri erano incaricati di ritirare le card presso gli uffici postali.

L’analisi di oltre 14mila posizioni da parte dei finanzieri di Novara e Cremona ha consentito di far emergere 9mila false richieste per una truffa di oltre 20 milioni di euro. L'azione di contrasto condotta dalla guardia di finanza, insieme all'Inps, ha inoltre consentito di interrompere i pagamenti evitando così l’ulteriore indebita percezione di oltre 60 milioni di euro. Le attività investigative hanno fatto emergere significativi elementi di responsabilità in capo ai titolari dei Caf coinvolti.

L'operazione ha coinvolto anche il novarese, dove non ci sono stati arresti o denunce, ma in cui la banda si era recata per presentare 2mila richieste, risultate poi anomale, di rilascio di codici fiscali presso gli uffici dell'Agenzia delle entrate di Novara e Borgomanero.

Nonostante le perquisizioni, gli interrogatori ed i sequestri effettuati nel corso delle indagini, i membri della banda criminale hanno continuato la loro attività illecita, utilizzando i medesimi documenti per ottenere il reddito di emergenza. Con minacce ed intimidazioni hanno infatti obbligato i titolari di altri Caf operanti tra la Lombardia e l’Emilia Romagna ad inoltrare oltre 1.200 domande che hanno causato un'ulteriore truffa per 1,5 milioni di euro. L’azione di contrasto ha consentito anche in questo caso di interrompere le illecite erogazioni.

Le 16 persone tratte in arresto, tra le quali anche i titolari dei centri di assistenza fiscale dell’area milanese, sono state poste a disposizione dell’autorità giudiziaria milanese.

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