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Economia Maggiora

Cinghiali, l'allarme di Coldiretti: "Nel novarese aumento spropositato ma nessun intervento"

Secondo l'associazione di categoria, tra i comuni più colpiti della provincia c'è Maggiora, dove gli imprenditori agricoli si dichiarano "disperati e preoccupati per la nostra sicurezza"

E' ancora allarme cinghiali nel novarese, almeno secondo Coldiretti Novara-Vco che torna a denunciare una situazione che, precisano dall'associazione, rischia di provocare danni alle aziende agricole e agli allevatori del territorio.

Secondo l'associazione di categoria, tra i comuni più colpiti della provincia di Novara c'è Maggiora, dove si registrerebbe un aumento spropositato di cinghiali e gli imprenditori agricoli si dichiarano "disperati per i continui danni provocati e preoccupati per la nostra sicurezza".

"La Regione ha messo in condizione la Provincia e Atc di procedere con il processo di depopolamento dei cinghiali ma il risultato delle misure straordinarie lascia molto a desiderare - hanno spiegato in una nota stampa la presidente e la direttrice di Coldiretti Novara-Vco, Sara Baudo e Francesca Toscani -. Bisogna prendere provvedimenti adeguati e sembra che in questo momento gli organi competenti non ne siano in grado".

"Nella zona di Maggiora e dei comuni limitrofi - hanno sottolineato Baudo e Toscani - ci sono molte aziende zootecniche che hanno bisogno del foraggio da poter garantire agli animali per l’inverno: con la devastazione dei prati questo rischia di essere compromesso. E poi, cosa ancora più importante, se mai si riscontrasse la presenza di casi di Peste Suina Africana anche nei nostri territori, i danni per l’economia zootecnica sarebbero incalcolabili. In quel caso pagheranno Provincia e Atc? Per questo serve un’azione puntuale e significativa per tamponare il problema".

Sulla vicenda è intervenuto anche l'imprenditore agricolo di Maggiore Roberto Terrini: "Nelle nostre zone si aggira un gruppo di 25-30 cinghiali e nessuno agisce - ha dichiarato Terrini -. Abbiamo chiesto l’intervento degli organi competenti, ma non c’è stato nessun abbattimento".

Gli esemplari, precisano da Coldiretti, "stanno occupando sia le zone di caccia libera (di competenza di Atc) sia quelle di ripopolamento cattura (in gestione all’Amministrazione provinciale)".

"Ad inizio mese abbiamo richiesto l’intervento dei tutor - ha aggiunto Terrini - ma non è stato effettuato nessun abbattimento, mentre successivamente, nonostante le diverse sollecitazioni per l’espandersi della problematica, non è stata data disponibilità di azione. I nostri prati vengono devastati senza che nessuno faccia qualcosa e, come ben sappiamo, questi animali sono un pericolo anche sulle strade: pochi giorni fa hanno provocato un incidente vicino al Castello Conti, fortunatamente senza gravi conseguenze per la conducente. Vogliamo che questa piaga venga risolta, ma sembra che non ci sia la volontà da parte delle istituzioni".

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