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Economia

L'allarme di Coldiretti: "Stop ad accordi sul riso che legalizzano lo sfruttamento del lavoro minorile"

L’accordo di libero scambio tra Ue e Vietnam sarà firmato ad Hanoi il 30 giugno

Non si arresta l’ondata che porta in Europa il riso ottenuto dallo sfruttamento minorile. Con l’accordo di libero scambio con il Vietnam, infatti, l’Unione Europea dà il via libera all’ingresso a dazio zero di 80mila tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico accusato di essere ottenuto con il lavoro minorile secondo la denuncia del Dipartimento del lavoro statunitense.  E’ quanto denuncia Coldiretti in riferimento all’accordo di libero scambio tra Ue e Vietnam che sarà firmato ad Hanoi il 30 giugno sulla base della “List of Goods Produced by Child Labor or Forced Labor 2018” dell’US Department of Labour.

“Dopo aver ottenuto finalmente la clausola di salvaguardia sulle importazioni provenienti dalla Cambogia e dalla Birmania che fanno concorrenza sleale ai nostri produttori, in vigore da metà gennaio 2019, ora questo accordo risulta essere una vera e propria contraddizione, oltre ad essere, dal punto di vista sociale, una decisione sbagliata – afferma Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo –. Quello che verrà firmato ad Hanoi, infatti, andrà a sancire lo sfruttamento del lavoro minorile: un’assurdità da denunciare affinché anche i consumatori sappiano la provenienza di quel riso”. 

“Il settore agricolo non deve diventare merce di scambio degli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale e ambientale sui territori –insiste anche Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara - Vco –. “E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità. In gioco, oltretutto, c’è la risicoltura della nostra regione che è quella con i numeri maggiori a livello produttivo registrando 8 milioni di quintali di produzione, circa 1900 aziende, concentrate in particolare nelle provincie di Biella, Vercelli, Novara ed Alessandria, per un totale di 117 mila ettari”.

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