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Pubblicato il decreto salva filiere Made in Italy, il commento di Coldiretti Novara-Vco

Baudo: "Il decreto consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali"

“Il decreto – hanno sottolineato Sara Baudo presidente di Coldiretti Novara-Vco e Francesca Toscani direttore  - consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali". E' questo il commento di Coldiretti Novara-Vco a seguito della pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto salva filiere Made in Italy.

"Lavoriamo da anni su questi obiettivi anche insieme a Filiera Italia e, - hanno continuato - siamo pronti a presentare e a proseguire progetti operativi per utilizzare al meglio queste risorse, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, fino all’ortofrutta. Un provvedimento necessario per ridurre la dipendenza dall’estero in Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 65% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento”.

“La pandemia prima e la guerra poi – hanno continuato Baudo e Toscani - hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza. La stessa politica agricola Comune (Pac) e il Pnrr oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e vanno modificati. Per questo bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti ed è quindi importante lo sblocco dei contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma occorre anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, ridurre le percentuali Iva per sostenere i consumi alimentari, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali”.

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