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Economia

Gironata dell'economia a Novara: l'export unica soluzione per la ripresa

Sono stati presentati venerdì 4 maggio i dati sull'andamento del tessuto produttivo novarese. Rovellotti: "In momenti come questo è importante ricordare che 'solo tu puoi farcela, ma non puoi farcela da solo'"

Un 2011 segnato da venti avversi, con nubi all’orizzonte e qualche spiraglio di ripresa.

E' questo il quadro che è emerso dalla decima Giornata dell’Economia, che si è svolta venerdì 4 maggio presso la Camera di Commercio di Novara.

L’incontro si è aperto con i saluti di Paolo Rovellotti, presidente dell’Ente camerale, seguiti da quelli del neo prefetto Francesco Paolo Castaldo. Sono quindi intervenuti Massimo Giordano, assessore regionale allo Sviluppo economico, e Diego Sozzani, presidente della Provincia di Novara, i quali hanno illustrato le prossime iniziative mirate ad incrementare la competitività del territorio regionale e provinciale.

Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio di Novara, è quindi entrata nel merito dell’analisi dell’economia provinciale, tracciando una panoramica della struttura e dell’andamento del sistema produttivo locale.

Lo scorso anno, in particolare, il bilancio demografico delle imprese novaresi si è chiuso in attivo, pur evidenziando un rallentamento rispetto ai tassi di crescita delle annualità precedenti, determinato più dalla progressiva riduzione della 'voglia di fare impresa' che dell’aumento della mortalità delle imprese, che pure è elevata, specie tra le realtà di nuova costituzione, tanto che il tasso di sopravvivenza a 5 anni dall’apertura è appena di poco superiore al 55%, con dati ancora peggiori per le imprese individuali, che continuano ad essere scelte per 7 aperture su 10, sebbene le società di capitali stiano incrementando il proprio appeal. Il principale contributo alla crescita della numerosità delle imprese arriva dalle donne, dai giovani e dagli stranieri, mentre gli artigiani avvertono in modo particolarmente acuto le difficoltà congiunturali.

"L’acutizzarsi delle difficoltà - ha spiega Cristina D’Ercole - emerge con evidenza osservando i dati relativi ai fallimenti dichiarati dalle imprese, che nel 2011 ammontano a 103 unità, in ascesa dunque rispetto ai 90 del 2010 e, soprattutto, ai 51 del 2009. I dati appaiono in rialzo anche per quanto riguarda il valore dei protesti levati per il mancato pagamento di cambiali (pagherò e tratte accettate), tratte non accettate e assegni, che nel 2011 supera complessivamente i 13 milioni di euro, con un significativo aumento degli assegni, sia in termini di numerosità che di valore (oltre 5mila e 700 euro l’importo medio per assegno)".

Il 2011 vedeha visto inoltre un calo progressivo della produzione manifatturiera, confermato anche dai risultati provvisori relativi al primo trimestre 2012 in cui domina il segno meno, e una più limitata propensione agli investimenti: lo scorso anno ben il 55% delle imprese intervistate non ha effettuato investimenti, e in un caso su cinque gli importi sono stati inferiori ai 25mila euro, con oltre la metà delle imprese che segnala un deterioramento delle condizioni di indebitamento, anche per i rapporti già in essere. Le finalità degli investimenti sono essenzialmente sostitutive di impianti o attrezzature obsoleti, ma per l’anno in corso si prevedono anche interventi volti alla riduzione dei costi, tramite recuperi di efficienza e flessibilità, all’innovazione di prodotto e al risparmio energetico.

Cresce, invece, l’interesse per la green economy: tra 2008 e 2011 il 25,4% delle imprese novaresi ha investito o programmato di investire in prodotti e tecnologie green, superando la media regionale (24,1%) e provinciale (23,9%).

"In uno scenario certamente non favorevole molte imprese tendono a puntare solo sulle proprie forze - ha puntualizzato Paolo Rovellotti - senza rivolgersi, ad esempio, ad alcuna struttura di supporto per l’internazionalizzazione. In momenti come questo è invece importante ricordare che 'solo tu puoi farcela, ma non puoi farcela da solo': non basta che ciascuno provi a fare il meglio di sé per conto proprio, occorre farlo insieme per far sì che certe caratteristiche strutturali, come la ridotta dimensione delle imprese, non rimangano un vincolo insuperabile e un elemento di preclusione a concrete opportunità d’affari".

Il tema dell’internazionalizzazione è stato approfondito da Marco Fortis, vice presidente della Fondazione Edison, il quale ha offerto una lettura dell’economia italiana alternativa alla sola variazione del Pil e basata sull’analisi di indicatori maggiormente rappresentativi di una crescita sostenibile. "L’export rimane la strategia fondamentale per mitigare la crisi della domanda interna e gli effetti di una politica di austerità - ha precisato Fortis - la crescita va intercettata dove c’è, in primis nei Paesi emergenti, per bilanciare l’impatto negativo della crisi dell’edilizia di cui risentono soprattutto le rubinetterie novaresi".

Pietro Aimetti, vice presidente del Gruppo Clas, ha approfondito l’andamento del mercato del lavoro: secondo i dati Istat, nel 2011, la provincia di Novara registra un aumento del tasso di attività (come riflesso dell’incremento della popolazione, grazie al contributo della componente immigrata) e del tasso di disoccupazione. "Focalizzando l’analisi sulla sola occupazione privata dipendente, grazie ai dati di fonte Smail - ha detto Aimetti - si osserva una differenziazione settoriale, con un trend negativo per le costruzioni, cui si contrappone la crescita del commercio e la sostanziale tenuta delle altre attività economiche". Gli effetti della Cassa Integrazione Guadagni continueranno, infine, a frenare le previsioni di assunzioni, come confermano i primi risultati, benché provvisori, del Sistema Informativo Excelsior, che per il 2012 prospettano un calo di 550 unità dell’occupazione dipendente nell’industria e nei servizi della provincia di Novara.

 

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