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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Fine d'anno in frenata per l'industria novarese

Indicatori positivi ma in calo per i settori meccanico e alimentare. Migliorano il chimico e il tessile-abbigliamento

L’industria novarese si avvia a concludere il 2018 all’insegna del rallentamento di una fase di crescita durata quasi tre anni. Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il quarto trimestre dell’anno, il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione tra ottobre e dicembre cala a 10,7 punti rispetto ai 22,7 del trimestre precedente, riavvicinandosi alla media piemontese (10,2 punti). In deciso calo è anche il dato sulle attese di ordini totali, che passa da 26,1 a 10,7 punti (8,4 il dato regionale), mentre il saldo ottimisti/pessimisti sulle previsioni di esportazioni (a 3,2 punti in Piemonte) registra una riduzione da 12,7 a 9,3 punti.

"Dopo avere testato i massimi decennali più volte nelle scorse rilevazioni - commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli - è abbastanza normale un ritracciamento degli indicatori. Nonostante la solidità strutturale dell’industria novarese e la sostanziale tenuta delle esportazioni il dato più rilevante riguarda il calo dei consumi interni che, in un contesto macroeconomico decisamente complesso, potrebbe condizionare negativamente le prossime rilevazioni. Sono mesi delicati, soprattutto dal punto di vista politico, e le nostre previsioni riflettono il generale clima di incertezza".

Ancora positivo, ma in contrazione risulta anche il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuove assunzioni, che cala da 18,5 a 9,8 punti (6,7 la media regionale), mentre la percentuale di imprese che dichiarano l’intenzione di ricorrere alla cassa integrazione guadagni (6,1% in Piemonte) si allontana dal minimo storico, salendo dallo 0,8% all’1,7%.

"Questi dati - osserva il direttore dell’Ain, Aureliano Curini - sono ancora decisamente positivi e confermano il buon andamento del mercato del lavoro locale. Più attenzione merita, invece, la possibile inversione di un trend che dura da oltre quattro anni e che, se la fase di crescita dovesse rallentare ulteriormente, potrebbe iniziare ad avere effetti negativi sul fronte occupazionale".

Rallentano lievemente le previsioni di investimenti "significativi", programmati dal 32,8% delle aziende (rispetto al precedente 37,3% e al 25,3% della media piemontese), mentre quelle di investimenti "marginali" rimangono sostanzialmente stabili (al 47,1%, rispetto al precedente 48,3% e al 48% regionale). Si riporta sui valori di un anno fa, invece, l’indicatore relativo all’andamento dei ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, che vengono segnalati dal 26,3% delle imprese, a fronte del 19% dello scorso trimestre (quando era stato toccato il minimo storico) e del 27,9% della media piemontese.

A livello settoriale si registrano aspettative contrastanti: mentre il metalmeccanico segnala un saldo ottimisti/pessimisti sull’incremento della produzione in calo da 27 a 15 punti, accompagnato da riduzioni da 37,8 a 7,5 e da 38,2 a 7,9, rispettivamente, dei saldi sugli ordini totali ed esteri, le attese di produzione nel chimico confermano un trend positivo, passando da un saldo ottimisti/pessimisti a 18,8 punti dai precedenti 12,5, grazie soprattutto a un export in forte ripresa. L’incremento degli ordini, soprattutto dall’estero, porta a un miglioramento delle previsioni di produzione anche nel comparto tessile-abbigliamento, mentre l’alimentare registra una contrazione di produzione e ordini, pur rimanendo con saldi ancora positivi.

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