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Economia

Per l'industria novarese un fine 2016 all'insegna dell’ottimismo

Le previsioni congiunturali dell'Ain sono ancora positive. Bene chimico e alimentare; in flessione il metalmeccanico, sempre incerto il tessile-abbigliamento

Le industrie novaresi rimangono ottimiste sulle prospettive di crescita a breve termine. Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il quarto trimestre del 2016, infatti, il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione si attesta a 13,8 punti rispetto ai 9,4 della precedente rilevazione, mantenendosi molto superiore alla media piemontese (4,6 punti).

In lieve ripresa, dopo il calo del terzo trimestre 2016, sono anche i saldi tra ottimisti e pessimisti relativi alle aspettative di ordini totali ed esteri, rispettivamente a 9,2 e 5,7 punti, a fronte dei precedenti 7,2 e 4,5 punti (con i dati piemontesi rispettivamente a 1,5 e 0,5 punti). Si attestano sui massimi dell’ultimo decennio le previsioni di investimenti "significativi", programmati dal 37% delle imprese rispetto al precedente 33% (24,1% la media piemontese), mentre calano dal 45,4% al 42,9% (contro il 46,7% regionale) le aziende che prevedono di fare investimenti "marginali" entro fine anno.

"Queste rilevazioni - osserva il presidente dell’Ain Fabio Ravanelli - confermano un trend che in tutto il 2016, pur con un andamento altalenante, ha sempre fornito dati positivi e fanno emergere almeno due aspetti significativi: la tenuta degli indicatori relativi a produzione e ordini nel primo trimestre 'post-Brexit' sta a significare che lo scenario macroeconomico, quantomeno nel breve termine, non è stato compromesso dall’esito del referendum. Il forte incremento delle previsioni di investimenti 'significativi' da parte delle aziende novaresi, probabilmente anche favorite dalle agevolazioni fiscali in vigore, costituisce, inoltre, un segnale molto positivo in una prospettiva di medio-lungo periodo".

Il mercato del lavoro fornisce però indicazioni contrastanti, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativi alle aspettative di allargamento della base occupazionale che si riduce da 9,3 a 7,6 punti (2,8 è la media regionale), ma con le previsioni di ricorso alla Cassa integrazione guadagni che toccano il livello più basso dell’ultimo decennio, calando dal 9,3% al 5,9%, a fronte del 13% del Piemonte.

Rimane su livelli bassi, nonostante l’incremento dal 24,2% al 29,1%, l’indicatore relativo ai ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti (36% il dato regionale).

A livello settoriale, nel metalmeccanico prosegue la contrazione di produzione e ordini, i cui indicatori, a parte le previsioni sull’export, rimangono comunque positivi, mentre salgono al 41,2% le previsioni di investimenti "significativi". Ritorna l’ottimismo nel chimico, dove le attese di produzione e ordini segnano un forte rialzo, mentre il comparto alimentare conferma il buon andamento di tutti gli indicatori. Rimangono incerte, invece, le prospettive nel tessile/abbigliamento, dove gli indicatori congiunturale continuano a registrare l’andamento altalenante che ha caratterizzato le rilevazioni degli ultimi trimestri.

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