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Ain, l'industria novarese guarda con positività al nuovo anno

Previsioni congiunturali positive per l'inizio del 2017. Bene il metalmeccanico, il chimico e l'alimentare; ancora incertezza nel tessile-abbigliamento

Le industrie novaresi guardano con fiducia all’inizio del 2017. Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il primo trimestre del prossimo anno, il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione si attesta a 7,1 punti, in calo rispetto ai 13,8 punti della precedente rilevazione ma sempre superiore alla media piemontese (2,6 punti). La riduzione del saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di ordini totali (a 5,3 punti rispetto ai precedenti 9,2, a fronte di un dato regionale a 1,8 punti) viene compensata da un incremento delle aspettative di esportazioni, i cui saldi ottimisti/pessimisti passano da 5,7 a 8,7 punti (3,3 in Piemonte).

Anche le previsioni di investimenti si mantengono in territorio positivo, con il 31,3% delle aziende che intende effettuarne di "significativi" (era il 37% nella precedente rilevazione, mentre la media regionale è del 25%) e il 47,8% che ne farà di "marginali" (42,9% il dato precedente, 48,1% quello piemontese). Sul fronte del mercato del lavoro prosegue il lento calo delle aspettative di allargamento della base occupazionale, il cui saldo ottimisti/pessimisti è a 6,9 punti rispetto ai precedenti 7,6 (4,7 la media regionale), ma continua ad abbassarsi (dal 5,9% al 3,5%, a fronte del 12,1% regionale) anche la percentuale di aziende che dichiarano di voler fare ricorso alla Cassa integrazione guadagni, che raggiunge il nuovo minimo decennale. Vicino ai minimi storici è anche l’indicatore relativo ai ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, che vengono segnalati dal 25,7% delle imprese, a fronte del 29,1% precedente e del 34,9% del Piemonte.

"Queste rilevazioni - osserva il presidente dell’Ain Fabio Ravanelli - confermano il trend positivo che, pur con un andamento altalenante, ha caratterizzato tutto il 2016 e fanno guardare al nuovo anno con una relativa fiducia. L’industria novarese sembra avere reagito positivamente a importanti eventi come la Brexit e le elezioni Usa e nelle ultime settimane dal contesto macroeconomico internazionale sono venute indicazioni che fanno pensare che potremmo essere di fronte a uno snodo cruciale nell’uscita dalla lunga crisi iniziata oltre otto anni fa. L’autunno ha registrato un irrobustimento della ripresa, pur ancora molto fragile nel nostro Paese, in tutte le principali economie e lo stesso Centro Studi di Confindustria ha rivisto lievemente al rialzo le previsioni del Pil italiano. Nonostante l’incertezza politica penalizzi ancora gli investimenti, l’Unione europea deve proseguire lungo la strada dell’integrazione, portando a compimento l’unione bancaria e iniziando ad adottare qualche forma di politica di bilancio comune, puntando sull’industria manifatturiera come motore di sviluppo. Solo se sarà più coesa e con più solide basi industriali l’Europa potrà infatti fronteggiare il confronto con i sistemi economici, ancora molto  competitivi, statunitense e cinese".

A livello settoriale, il metalmeccanico registra un consolidamento delle prospettive positive, con un saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di produzione a 11,4 punti e una significativa crescita dei saldi relativi agli ordini totali (11,9) ed esteri (9,1). Si ridimensiona, pur rimanendo in territorio positivo l’outlook sulla produzione nel chimico e nell’alimentare (con saldi ottimisti/pessimisti rispettivamente a 6,3 e a 11,1 punti), che sono sostenuti soprattutto dalle buone prospettive di esportazioni, mentre prosegue l’incertezza nel tessile/abbigliamento, dove da due trimestri soltanto l’export riesce a mantenere in equilibrio, su un saldo ottimisti/pessimisti pari a zero, le aspettative di produzione.

"L’anno che sta per concludersi - sottolinea il direttore dell’Ain Aureliano Curini – è stato particolarmente significativo per il futuro della nostra associazione: sono state infatti tracciate le linee del percorso che, a partire dalla metà del 2018, vedrà le aziende e le strutture operative delle organizzazioni territoriali di Alessandria, Novara e Vercelli confluire in 'Confindustria Territoriale Piemonte Orientale', un’unica aggregazione che avrà circa 1.200 aziende associate e 60mila dipendenti complessivi. Si tratta di un lavoro molto impegnativo e complesso, che metterà a fattor comune e valorizzerà le eccellenze presenti in ogni struttura, sul quale focalizzeremo le nostre attività anche nel corso del 2017".

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