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Novara, sindacati in piazza: "in Piemonte a rischio 60mila posti di lavoro nei prossimi mesi"

Venerdì 18 settembre mobilitazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil. In Piemonte i sindacati promuovono tre manifestazioni territoriali a Novara, Alessandria e Cuneo

Venerdì 18 settembre i sindacati novaresi scendono in piazza per "Ripartire dal lavoro". Cgil, Cisl e UilPiemonte, nell’ambito della mobilitazione nazionale delle tre confederazioni, promuovono tre manifestazioni territoriali a Novara, Alessandria e Cuneo.

Dopo l’iniziativa nazionale di Roma "La notte del lavoro" del 29 luglio e di Torino del 12 settembre, i sindacati confederali scendono di nuovo in piazza per rilanciare le loro proposte e sollecitare il confronto con il Governo: "Mentre il Paese e il Piemonte fanno i conti con le conseguenze sociali e occupazionali della pandemia - spiegano le tre sigle sindacali in una nota stampa - con migliaia di posti di lavoro già persi e molti altri che potrebbero saltare con la fine del blocco ai licenziamenti e la scadenza degli ammortizzatori sociali, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono le loro priorità: riforma fiscale e lotta all’evasione, riforma degli ammortizzatori sociali, infrastrutture materiali e immateriali, innovazione, sanità, ricerca, scuola e rinnovi dei contratti nazionali di lavoro privati e pubblici, che riguardano più di dieci milioni di lavoratori".

A Novara, la manifestazione si svolgerà dalle ore 10 alle ore 12 in piazza della Repubblica, moderata dal segretario territoriale della Uil Roberto Vittorio. La giornata di mobilitazione sarà aperta dall’intervento del segretario territoriale della Cgil Attilio Fasulo e conclusa dal segretario confederale Cisl Andrea Cuccello. Sono previsti interventi dei delegati delle varie realtà produttive e dei servizi. 

"Dopo Torino, che ha manifestato nei giorni scorsi, scendiamo in piazza nel resto della regione, nell’ambito della mobilitazione nazionale - spiegano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Piemonte, Pier Massimo Pozzi, Alessio Ferraris, Gianni Cortese - per rimettere il lavoro al centro della strategia di rilancio del Paese e per chiedere un confronto con il Governo sui progetti finanziati dall’Europa (Recovery Fund, Sure e, speriamo, Mes) relativi alle priorità del Sistema Italia. Le manifestazioni sono anche l’occasione per richiamare l’attenzione sui problemi che investono la nostra Regione, a partire dall’emergenza lavoro. Nei prossimi mesi, se non si interverrà con progetti industriali credibili, saranno a rischio circa 60mila posti di lavoro".
 

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