"Aggiungere vita ai giorni" all'Attico delle Arti
Lo spettacolo nasce dal desiderio di rendere omaggio alle donne che con passione hanno destinato la propria esistenza allo studio della materia scientifica. La loro totale dedizione ha permesso di proseguire la ricerca nei campi più svariati della scienza: astronomia, fisica, matematica, chimica, medicina. Alcune hanno avuto riconoscimenti a livello internazionale, altre sono state dimenticate, altre ancora hanno pagato con la propria vita la loro “ diversità” rispetto alla condizione femminile socialmente accettata e condivisa nelle varie epoche storiche. Il pregiudizio ha lungamente impedito alle donne di emergere nelle così dette materie “dure” e, in generale, le donne hanno sempre incontrato molta difficoltà ad essere riconosciute come persone in grado di partecipare attivamente allo sviluppo intellettuale di un paese.
Lo spettacolo è ambientato ai giorni nostri. Bretta è una scrittrice di talento alla quale è stata affidata la stesura di un libro ambizioso dal titolo “Le donne e la scienza” e a tale opera dedica giorno e notte, dimenticando persino di mangiare e di dormire. Legge biografie, ascolta interviste, passa al vaglio tutte le informazioni a sua disposizione cercando di immaginare gli scenari delle storie di cui viene a conoscenza. Pila è la sua governante. Di età incerta e di basso profilo scolare, Pila è la referente principale della scrittrice, alla quale chiedere consiglio e aiuto pratico.
Le due donne viaggeranno nel tempo dando voce ad alcune delle figure femminili ricordate nel libro che sta prendendo forma: dalla giovane Ipazia, la cui storia è ambientata ad Alessandria d’Egitto nel IV secolo d.C, a Rita Levi Montalcini scomparsa nel 2012; da Gostanza da Libbiano, erborista toscana del XVI secolo accusata di stregoneria e poi assolta dal Sant’Uffizio, a Rosalind Franklin, che nel secolo scorso scoprì la struttura del DNA, ma non ebbe il dovuto riconoscimento a causa certamente della morte prematura, ma forse, in parte, anche per la sua appartenenza al genere femminile, genere ancora discriminato in molti paesi cosiddetti “civili”.
Il titolo si rifà alla celebre affermazione di Rita Levi Montalcini: “Meglio aggiungere vita ai giorni, che giorni alla vita”.