Borgomanero, nuovo appuntamento con il cineforum
Nuovo appuntamento con il cineforum a Borgomanero. Martedì 3 dicembre al Cinema Nuovo arriva "Beate".
La scheda del film
Regia: Samad Zarmandili
Soggetto e sceneggiatura: Antonio Cecchi, Gianni Gatti, Salvatore Maira
Fotografia: Cristiano Natalucci
Musiche: Francesco de Luca, Alessandro Forti - La canzone “Veronica” (testi di Sandro Ciotti e Dario Fo, musica di Enzo Jannacci) è cantata da Enzo Jannacci.
Montaggio: Fabio Nunziata
Scenografia: Sabrina Coppolecchia
Costumi: Andrea Cavalletto
Suono: Giuseppe Angelelli (presa diretta), Arianna Arcangeli (rumori-effetti), Nadia Paone (mix)
Aiuto regia: Federico Giorgio Ridolfi
Interpreti: Donatella Finocchiaro (Armida), Paolo Pierobon (Loris), Maria Roveran (Suor Caterina), Lucia Sardo (Suor Restituta), Betti Pedrazzi (Madre Amara), Anna Bellato (Veronica), Orsetta Borghero (Maria), Silvia Grande (Maresa), Cristina Chinaglia (Tina), Licia Navarrini (Iole), Eleonora Panizzo (Rachele), Felicitè Mbezelè (Suor Prediletta), Silvia Munguia (Suor Gina Arcadia), Glaucia Paola Virdone (Suor Mirna), Andrea Pennacchi (Aldo Saraceni), Massimo De Rossi (Vescovo), Francesco Brandi (Padre Filippo), Chiara Sani (La Bice), Vittoria Clavello (Daniela), Hen Barazza (Hen)
Produzione: Dario Formisano per Eskimo
Distribuzione: Europictures
Durata: 90'
Origine: Italia, 2018
Data uscita: 30 agosto 2018
Le operaie di una fabbrica del Nordest, che produce lingerie, stanno per essere licenziate. Poco lontano, un pugno di suore, abili nell'arte del ricamo e devote alla Beata Armida, rischiano di essere allontanate dall'amato convento. Per opporsi a un destino già segnato, operaie e suore s'inventano un "business" fuori dalle regole. Ma per salvare corpi e anime di tutte, serve forse un "miracolo"...
Continuano le manifestazioni di questo rinnovato senso del sacro del cinema italiano, di cui avevamo parlato a proposito di “Troppa grazia” di Zanasi, visto a Cannes, e della serie di Ammanniti, “Il miracolo”. Per il suo esordio sul grande schermo dopo tre stagioni di “Squadra antimafia” in tv, Samad Zarmandili sembra voler recuperare certi toni di favola che scherza con i santi tipica del suo mentore, Carlo Mazzacurati, di cui è stato assistente (in qualche maniera mescolati con quelli di certe commedie britanniche di rivalsa nei suburbs, vedi qui lo sketch inglesissimo del catalogo di biancheria delle lavoratrici). Piccole storie di provincia, ambientazione ostinatamente popolare, attesa del miracolo che si fa malinconia quotidiana del vivere alle sponde del Po tra fabbriche delocalizzate in Serbia e spietati affaristi immobiliari che vogliono trasformare conventi secolari in resort di lusso.
Armida e le sue compagne operaie lavorano per una piccola tessitoria del Polesine, che la proprietaria (Anna Bellato, cattivissima) decide all’improvviso di chiudere: ma le ragazze non ci stanno, e organizzano occupazioni e picchetti, con l’aiuto di Loris, il magazziniere che nasconde inaspettate qualità imprenditoriali e micidiali capacità di persuasione. Si tratta probabilmente della sezione più felice dell’opera, non certo animata da rabbia da cinema europeo di lotta alla Brizé ma comunque sincera e appassionata, grazie soprattutto al contributo del cast, con una dardenniana Donatella Finocchiaro a trascinare l’irresistibile compagine femminile, e Paolo Pierobon satiro ghignante che ingaggia duetti hot proprio con la protagonista, in siparietti chiaramente ispirati ai classici operaisti di Lina Wertmüller, da cui il suo Loris sembra provenire (quella produzione social-grottesca tutta italiana da cui pesca pure il tormentone musicale del film, “Veronica” di Jannacci-Fo-Ciotti).
Peccato allora che il controcampo ‘spirituale’ del copione, ovvero le traversie delle suore del Sacro Manto per non farsi sfrattare dal convento dove vivono e lavorano, e dove è conservata la reliquia della Santa, non mantenga la stessa efficacia: un ramo dello script gestito da Zarmandili con ben meno equilibrio, di fatto affidandosi unicamente ai guizzi anche qui delle sole interpreti. E così alcune ridondanze di una sceneggiatura che non vuole rinunciare a sottolineature e carichi ripetuti, giusto per stare tranquilli, si fanno un po’ più evidenti, nonostante il piglio brillante di Maria Roveran.
Se è vero che alcuni passaggi avrebbero potuto essere maggiormente smussati, “Beate” rimane comunque un film animato da una vitalità contagiosa e spontanea, tra l’altro in grado di raccontare, con un paio di vedute del fiume e una lingua pochissimo sfruttata dal nostro cinema, un’Italia che sembra sospesa in una bolla di tempo salmastro, ferma in una dimensione di epoche ormai passate, credenze e battaglie di cui chi si ricorda più.
Sergio Sozzo, Sentieri Selvaggi
Armida è una bella donna siciliana trapiantata in un paesino del Polesine, dove lavora in una ditta di biancheria femminile che si chiama Veronica coma la sua proprietaria. Armida è «senza marito e con un piede storto», come dice sua zia, suor Restituta, e deve mantenere da sola una figlia adolescente. Per questo, quando la proprietaria Veronica annuncia alle dipendenti che la ditta sta per chiudere a causa della crisi economica, Armida è disperata. Ma le viene in soccorso la sua natura combattiva, anche perché intuisce che Veronica sta usando la crisi come scusa per dislocare all'estero l'azienda e intascare i soldi dello Stato. Dunque la donna trova il sistema di combinare l'abilità sartoriale delle colleghe con l'arte del ricamo in cui eccellono le suore del convento locale dedicato a santa Armida, di cui fa parte proprio zia Restituta.
Un po' “Sister Act” e un po' “Calendar girls”, “Beate” è una piacevole sorpresa, innanzitutto perché è scritta con garbo e attenzione alle specifiche di una crisi che colpisce sia le aziende che i lavoratori, ma che diventa anche il modo con cui certi imprenditori senza scrupoli possono approfittarsi della situazione.
Samad Zarmandili, alla sua prima regia di un lungometraggio di finzione dopo molta esperienza come aiuto regista di Aureliano Amadei, Alessandro Piva e Salvatore Maira (coautore della sceneggiatura con Antonio Cecchi e Gianni Gatti), nonché della serie tv “Squadra antimafia”, ha una bella agilità di ripresa e un ottimo ritmo di commedia.
E il cast è di qualità, da Donatella Finocchiaro nei panni di Armida a Maria Roveran in quelli della giovane suor Caterina. Le punte di diamante restano Lucia Sardo, la spassosa suor Restituta, e Paolo Pierobon nel ruolo di Loris, l'amante di Armida nonché ex dipendente della ditta Veronica: Pierobon è una delle eccellenze del teatro italiano contemporaneo, sarebbe ora che anche il cinema gli desse lo spazio che si merita.
Paola Casella, MyMovies.it
SAMAD ZARMANDILI
Filmografia:
Beate (2018)
Martedì 10 dicembre 2019:
BLACKKKLANSMAN di Spike Lee, con Adam Driver, Topher Grace, Laura Harrier, Ryan Eggold, John David Washington