La biblioteca ospita Antonio Ferrara con un libro sulla violenza sulle donne
Ritorno dello scrittore novarese Ferrara alla Biblioteca Civica Negroni con un libro nato dai racconti di disagio e violenza
Mia il nuovo libro di Antonio Ferrara apre i giovedì di dicembre della Sezione Novarese della Biblioteca Negroni con il Librotè delle sei di giovedì 3 dicembre 2015, ore 18, in corso Cavallotti 6 a Novara. Il volume pubblicato da Edizioni Settenove sarà presentato dall’autore a colloquio con Filippo Mittino. Si apre così la serie di incontri del mese aspettando il Natale e dedicati al mondo femminile. Il giovedì successivo, 10 dicembre 2015 alle 16, vi sarà il libroforum La Marchesa Colombi. In risaia. Racconto di Natale e coordinato da Maria Adele Garavaglia, mentre giovedì 17 dicembre alle 18 i volontari della Biblioteca presentano La guerra tra diari e bollettini ufficiali: 1915- 1918.
Mia: Quando viene arrestato per il femicidio di Stella Cesare ha 15 anni. Dalla cella in cui si trova ci restituisce i pensieri, i ricordi e le ossessioni di una storia di controllo e possesso mascherata da amore romantico. Rabbia e dolore, certezze e rimorsi, si mescolano in un diario che dà conto di tutto quello che Cesare ha costruito e poi distrutto. Mia nasce da un percorso di educazione sentimentale e di prevenzione del disagio attraverso «laboratori di scrittura per emozioni» che hanno coinvolto scuole italiane e straniere. L'autore ha chiesto a ragazze e ragazzi di pensarsi vittima di una qualsiasi forma di prevaricazione, e di descrivere lo stato d'animo di quella condizione a partire da quanto immaginato, osservato o realmente vissuto. Dai racconti emersi, filtrati dall'autore, sono nati i personaggi, la trama e il linguaggio della storia.
Antonio Ferrara: è un autore, illustratore e Premio Andersen 2012 per il libro Ero cattivo. Ha partecipato a numerose personali e collettive di pittura e illustrazione in tutto il mondo, da New York a Nagasaki. Conduce laboratori di scrittura creativa per emozioni in scuole, carceri e ospedali, ed è convinto che la scrittura sia per i ragazzi e le ragazze la forma più semplice e raffinata di educazione sentimentale, la pratica migliore per nominare e condividere le emozioni.