Teatro: sul palco del Coccia l'opera comica "Gianni Schicchi"
Venerdì 14, alle 20,30, e domenica 16 dicembre, alle 16, nuovo appuntamento con l'opera lirica al Coccia. Sul palco del teatro novarese arriva "Gianni Schicchi", opera comica in un atto su libretto di Giovacchino Forzano e musica di Giacomo Puccini, frutto del lavoro dell’Accademia di Perfezionamento di Canto Lirico e Direzione d’Orchestra del teatro novarese iniziato ad ottobre 2018.
Edizione Casa Ricordi, Milano. Versione Ridotta di Ettore Panizza. Prima rappresentazione: New York, Metropolitan, 14 dicembre 1918.
L’Accademia di Perfezionamento di Canto Lirico era rivolta al livello superiore di perfezionamento della tecnica lirica vocale e interpretativa e finalizzata all’esecuzione proprio dell’opera Gianni Schicchi. I docenti Tiziana Fabbricini (soprano), Gianmaria Aliverta (regista), Paoletta Marrocu (soprano), Federico Longhi (baritono), Matteo Beltrami (direttore d’orchestra), Davide Garattini Raimondi (regista), Marco Iacomelli (regista), Aldo Sisillo (direttore d’orchestra), Giulio Zappa (maestro preparatore). L’accademia si è svolta dall’8 ottobre all’11 dicembre.
L’Accademia di Perfezionamento per Direzione d'Orchestra è stata coordinata dal maestro Matteo Beltrami e dopo Rigoletto e Gianni Schicchi, prevede un’ulteriore fase studio dell’opera La Traviata di Giuseppe Verdi (titolo che chiude la stagione 2018-2019) tra aprile e maggio 2019.
Biglietti dai 15 ai 30 euro. L'opera sarà introdotta da "Due chiacchiere su Gianni Schicchi", venerdì 14 dicembre alle ore 18,45 e domencia 16 dicembre alle 15,15. Ingresso riservato al pubblico di "Gianni Schicchi".
Con Federico Longhi, nel ruolo di Gianni Schicchi
Cast cantanti selezionati tra i partecipanti all’Accademia di perfezionamento in Canto Lirico d’Orchestra della Fondazione Teatro Coccia
Regia Davide Garattini Raimondi
Direzione d’orchestraNicolò Jacopo Suppa (14/12) – Lorenzo Orlandi (16/12), selezionatI tra i partecipanti all’Accademia di perfezionamento in Direzione d’Orchestra della Fondazione Teatro Coccia
Orchestra del Teatro Coccia
Scene Lorenzo Mazzoletti
Costumi Silvia Lumes in collaborazione con Cooperativa Sociale EMMAUS di Novara
Luci Ivan Pastrovicchio
Produzione Fondazione Teatro Coccia
Trama
Gianni Schicchi, famoso in tutta Firenze per il suo spirito acuto e perspicace, viene chiamato in gran fretta dai parenti di Buoso Donati, un ricco mercante appena spirato, perché escogiti un mezzo ingegnoso per salvarli da un’incresciosa situazione: il loro congiunto ha infatti lasciato in eredità i propri beni al vicino convento di frati, senza disporre nulla in favore dei suoi parenti.
Inizialmente Schicchi rifiuta di aiutarli a causa dell’atteggiamento sprezzante che la famiglia Donati, dell’aristocrazia fiorentina, mostra verso di lui, uomo della «gente nova». Ma le preghiere della figlia Lauretta (romanza «O mio babbino caro»), innamorata di Rinuccio, il giovane nipote di Buoso Donati, lo spingono a tornare sui suoi passi e a escogitare un piano, che si tramuterà successivamente in beffa. Dato che nessuno è ancora a conoscenza della dipartita, ordina che il cadavere di Buoso venga trasportato nella stanza attigua in modo da potersi lui stesso infilare sotto le coltri, e dal letto del defunto, contraffacendone la voce, dettare al notaio le ultime volontà.
Così infatti avviene, non senza che Schicchi abbia preventivamente assicurato i parenti circa l’intenzione di rispettare i desideri di ciascuno, tenendo comunque a ricordare il rigore della legge, che condanna all’esilio e al taglio della mano non solo chi si sostituisce ad altri in testamenti e lasciti, ma anche i suoi complici.
Schicchi quindi declina dinanzi al notaio le ultime volontà, ma quando dichiara di lasciare a Schicchi, ovvero a sé stesso, le cose più preziose, fra cui l’ambita casa di Firenze, i parenti esplodono in urla furibonde, scagliandosi poi contro di lui, che caccia tutti dalla casa, divenuta ora di sua esclusiva proprietà.
Fuori, sul balcone, Lauretta e Rinuccio si abbracciano teneramente.
Schicchi, contemplando la loro felicità, sorride compiaciuto della propria astuzia, che pure lo condannerà all’inferno.