Lili Marleen tra canzoni e racconti in biblioteca a Novara per i Giovedì letterari
Giovedì 10 febbraio alle ore 18 per il ciclo sconfinamenti tra storia e letteratura con Anna Cardano dedica lo spazio dei Giovedì letterari alla celebre canzone "Lili Marleen" raccontando la sua influenza nella letteratura e nel cinema.
I titoli da cui partire per questa riflessione sono "Cinque storie ferraresi" di Giorgio Bassani (Feltrinelli) e "Il fumo di Birkenau" di Liana Millu (Giuntina).
Il primo titolo è una splendida raccolta di racconti (Lida Mantovani, La passeggiata prima di cena, Una lapide in via Mazzini, Gli ultimi anni di Clelia Trotti e Una notte del ’43) che valse a Giorgio Bassani il Premio Strega 1956. In comune le "cinque storie" hanno una sorta di dolente consapevolezza e l’ambientazione indimenticabile: Ferrara, cittadina di provincia che qui assurge a simbolo di un’intera nazione, avvolta dal pesante panneggio scuro del fascismo. Bassani ci porta nell’animo di questa gente, "per il resto, quasi sempre per bene": la ragazza madre Lida Mantovani; il dottor Elia Corcos in perenne scontro con la moglie; il sopravvissuto al lager Geo Josz; la vecchia socialista Clelia Trotti, lasciata morire in carcere... Storie diverse eppure vicine, accomunate dalla difficoltà con la quale i protagonisti si adattano a una provincia italiana che da un lato consola, dall’altro respinge qualunque cosa non le sia propria. Persone comprese.
"Il fumo di Birkenau" di Liana Millu è fra le più intense testimonianze europee sul Lager femminile di Auschwitz-Birkenau: certamente la più toccante fra le testimonianze italiane. Consta di sei racconti, che tutti si snodano intorno agli aspetti più specificamente femminili della vita minimale e disperata delle prigioniere. La loro condizione era assai peggiore di quella degli uomini, e ciò per vari motivi: la minore resistenza fisica davanti ai lavori più pesanti e umilianti di quelli inflitti agli uomini; il tormento degli affetti familiari; la presenza ossessiva dei crematori, le cui ciminiere, situate nel bel mezzo del campo femminile, non eludibili, non negabili, corrompono con il loro fumo empio i giorni e le notti, i momenti di tregua e di illusione, i sogni e le timide speranze.