"Senza fatica e senza occhiali": i primi libri a stampa della storia in mostra alla biblioteca di Novara
La nascita della stampa negli incunaboli della biblioteca civica Negroni è in mostra a palazzo Vochieri a Novara dal 5 maggio al 3 giugno con alcuni esemplari unici in Italia e addirittura al mondo, editi a pochi anni dalla scoperta dei caratteri mobili.
Il titolo dell'esposizione "Senza fatica e senza occhiali" fa riferimento a una lettera del futuro papa Pio II in cui descrive nel 1455 i fogli della prima Bibbia stampata da Gutenberg: "Sono scritti in caratteri nitidissimi… si possono leggere senza alcuna fatica e senza bisogno degli occhiali"; è la nascita della stampa e i libri pubblicati nel Quattrocento sono definiti "incunaboli", cioè libri nella culla.
La mostra alla Negroni è a ingresso gratuito e permette di scoprire tecnica e arte di questa produzione pioneristica del libro, che ancora oggi mantiene la forma delle origini perché, come scriveva Umberto Eco, "il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici: una volta che li avete inventati, non potete fare di meglio". La mostra, a cura di Alessandra Panzanelli e Valentina Sonzini, dopo l'inaugurazione con interventi tra gli altri del sindaco di Novara Alessandro Canelli e di un autorevole esperto del settore come Edoardo Barbieri dell'Università Cattolica, ha un catalogo edito da Educatt.
Iinfo, prenotazioni e visite guidate a questo link.
Il progetto bibliografico ha il patrocinio del dipartimento di studi storici dell'Università degli Studi di Torino e del dipartimento Sagas dell'Università degli Studi di Firenze, con il sostegno economico del Mic-Direzione generale biblioteche e diritto d'autore e con la collaborazione del Centro Novarese di Studi Letterari, partner da trent'anni nelle iniziative culturali della biblioteca, che opera con l'attività del Sistema bibliotecario del basso novarese. Nella mostra è esposto anche l'esemplare della collezione Negroni dell'edizione della "Commedia" stampata a Firenze nel 1481, già valorizzato nell'ambito del progetto "Dante 1481" diretto da Cristina Dondi.