Novara, serata con i medici impegnati in Africa
Mercoledì 25 ottobre a Novara serata dedicata all’impegno in Africa di Flavio Bobbio e Paolo Pescio, medico e logista impegnati rispettivamente in Sud Sudan e in Angola con Medici con l’Africa Cuamm. Un’occasione per conoscere le storie di chi ha scelto di lasciare per un periodo della propria vita le comodità di casa, per andare a lavorare dove il diritto alla salute non è garantito. Insieme a loro anche il direttore di Medici con l’Africa Cuamm, don Dante Carraro.
Paolo Pescio è appena rientrato da Chiulo, nel sud dell’Angola, dove ha passato un anno con la propria famiglia: la moglie Beatrice, ostetrica dell’ospedale di Novara, e il figlio Giacomo, di due anni. Il suo lavoro ha contribuito a portare avanti il programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, per garantire il parto sicuro e l’assistenza nutrizionale alle donne e ai loro figli.
Flavio Bobbio, medico internista dell’ospedale di Novara, è partito un anno fa per Yirol, in Sud Sudan, dove è responsabile dell’intervento nell’ospedale locale, in un paese messo in ginocchio dagli scontri e dalla fame, dove i bisogni sanitari della popolazione sono enormi. Per parlare di questa situazione direttamente dal campo, Flavio Bobbio interverrà in collegamento dal Sud Sudan.
Come loro, sono 13 i medici e i cooperanti della provincia di Novara partiti per l’Africa con Medici con l’Africa Cuamm, 85 da tutto il Piemonte. Le storie di questi volontari saranno al centro dell’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm ad Assago (Milano), l’11 novembre. Insieme a loro anche il presidente del consiglio Paolo Gentiloni e il presidente della BCE Mario Draghi, oltre a molti altri ospiti, per fare il punto sul lavoro del Cuamm e sulle sfide che aspettano e l’Italia e l’Europa nel prossimo futuro.
È possibile sostenere il lavoro dei medici del Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org: con 40 euro è possibile garantire ad una futura mamma il parto assistito; con 150 euro è possibile garantire a un bambino malnutrito un trattamento completo.