"Una notte da diva": il Teatro Coccia omaggia Renata Tebaldi
Venerdì 25 Novembre alle 20.30 al Teatro Coccia va in scena una nuova produzione. Un grande evento in memoria di un'artista, nell'anno del centenario dalla sua nascita. "Una notte da diva. Omaggio a Renata Tebaldi", pastiche d'opera dedicato al grande soprano Renata Tebaldi, con l'Orchestra del Conservatorio Cantelli, diretta dal Maestro Nicola Paszkowski; protagonisti i giovani cantanti dell'Accademia dei Mestieri d'Opera del Teatro Coccia, Namok Kim, Yo Otahara, Danae Rikos, Seolmi Lee, Francesco Congiu, Guannan Chen e la voce recitante dell'attrice Elena Ferrari, regia di Renato Bonajuto.
Le più belle arie da "La Bohème"," Le nozze di Figaro", "Madama Butterfly" e molte altre che hanno reso immortale la cantante nata a Pesaro 100 anni fa.
Lo spettacolo scorre sul filo della memoria e del racconto grazie alla drammaturgia e al libretto firmati da Emanuela Ersilia Abbadessa e al materiale iconografico messo a disposizione dal Museo Renata Tebaldi di Busseto.
"L’idea dello spettacolo - racconta Abbadessa - nasce dal desiderio di rievocare la figura, la vita e l’arte di Renata Tebaldi attraverso le arie che l’hanno resa celebre. Rispettando l’unicità della sua inarrivabile voce, è sembrato opportuno non mettere direttamente sulla scena un’interprete che avrebbe vestito i panni del grande soprano ma una giovane cantante che, entrando al Teatro Coccia, in cui deve debuttare il ruolo di Mimì, si rivolge direttamente allo spirito di Renata Tebaldi, mentore in absentia, perché, nello stesso teatro novarese, ella fu l’indimenticabile protagonista dell’opera pucciniana. Dunque, con il sistema dell’Aria da baule, caro al melodramma, 'Una notte da Diva' si struttura proprio come un’opera: si apre con un Preludio e prosegue con il dialogo intimo tra la giovane esordiente e il grande soprano che, di volta in volta, viene evocato sulla scena in forma di fantasmi dell’opera, spiriti dei più icastici personaggi femminili di Verdi, Puccini, Mozart. In questo modo, viene passata in rassegna la nascita di Tebaldi a Pesaro e dunque il suo legame con Rossini; gli anni di studio con Carmen Melis, celeberrima Tosca; il debutto con Mefistofele di Boito; l’audizione al Teatro alla Scala con Toscanini; i successi oltreoceano; i travagli del cuore; la costante presenza di Tina Viganò che le fu sempre vicina, fino all’apertura al futuro e alla speranza in uno struggente finale affidato a una delle più commoventi arie pucciniane".
Biglietti con Black Week al costo di 21, 17, e 13 euro.
Renata Tebaldi nasce il 1° febbraio 1922 a Pesaro, ma trascorre la sua infanzia a Langhirano, in provincia di Parma. Inizia gli studi di canto al Conservatorio di Parma con Ettore Campogalliani, ma deve la sua formazione soprattutto all’illustre soprano Carmen Melis, con la quale si perfeziona al Liceo Musicale Rossini di Pesaro.
Debutta il 23 maggio 1944 al Teatro Sociale di Rovigo come Elena nel Mefistofele e l’anno dopo è al Regio di Parma (La Bohème, L’Amico Fritz e Andrea Chénier) e al Verdi di Trieste (Otello).
L’11 maggio 1946 partecipa al concerto di riapertura della Scala di Milano diretto da Arturo Toscanini, che conia per il suo intervento nel Te Deum di Verdi il leggendario attributo di "Voce d’Angelo". In quell’anno debutta alcuni suoi cavalli di battaglia, come Lohengrin (Parma), Mefistofele (Margherita, Milano), Tosca (Catania). Nel 1947 è alla Scala per I Maestri Cantori, dove tornerà in opere diverse per altre nove stagioni, sino al 1960. Debutta anche all’Arena di Verona (Faust), all’Opera di Roma e al San Carlo di Napoli (La Traviata e Tannhäuser), teatro destinato a diventare la sua autentica roccaforte per l’Italia.
Parallelamente ai titoli del grande repertorio (oltre ai citati, Falstaff, Aida, Adriana Lecouvreur, Forza del destino, Messa da Requiem di Verdi), affronta per un breve periodo diverse rarità e ruoli in seguito abbandonati, come Don Giovanni (Donna Elvira, Lisbona, 1949), L’Assedio di Corinto di Rossini (Firenze, 1949), Olimpia di Spontini (Firenze, 1950), Giulio Cesare di Händel (Pompei, 1950), Giovanna d’Arco di Verdi, Fernando Cortez di Spontini (entrambi a Napoli, 1951), Le nozze di Figaro (Contessa, Napoli, 1952), Guglielmo Tell di Rossini (Firenze, 1952), Cecilia di Refice (Napoli, 1953), La Wally di Catalani (Milano, 1953), Eugenio Onegin (Milano, 1954).
Nel 1955 debutta con Otello al Metropolitan di New York, dove sarà di casa sino al 1973, dando inizio alla sua importante carriera americana, che l’ha vista affrontare nuove opere destinate ad entrare nel suo repertorio, come Simon Boccanegra (San Francisco, 1956), Manon Lescaut (Chicago, 1957), Fedora (Chicago, 1960), La Gioconda (New York, 1966), La Fanciulla del West (New York, 1970). È ospite dei maggiori teatri internazionali e, nonostante i prevalenti impegni americani, torna più volte in Europa, al Liceu di Barcellona (debutto in Madama Butterfly, 1958), alla Staatsoper di Vienna, all’Opéra di Parigi, al Covent Garden di Londra.
La sua ultima apparizione italiana in un’opera è al San Carlo di Napoli nel 1968, in Gioconda, mentre l’addio alle scene avviene al Metropolitan nel 1973 in Otello. Prosegue l’attività a livello concertistico, in Italia e all’estero. Con un recital trionfale alla Scala, il 23 maggio 1976, si congeda dall’attività artistica. Tornata definitivamente in Italia, vive tra Milano e San Marino, dove si spegne il 19 dicembre 2004.
(Fonte https://www.fondazionerenatatebaldi.org)