Novara, al Coccia "Il Barbiere di Siviglia"
"Il Barbiere di Siviglia" di Gioacchino Rossini è il prossimo titolo d'opera del teatro Coccia, prodotto dalla Fondazione stessa, che andrà in scena in teatro da venerdì 12 a domenica 14 maggio. In buca l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal Maestro Christopher Franklin, presente nei migliori cartelloni internazionali, formatosi sotto la guida di un rossiniano d'eccellenza quale è stato Maestro Gianluigi Gelmetti, la regia è di Alberto Jona; scene di Matteo Capobianco e costumi di Silvia Lumes: un team creativo affiatato che ha già avuto modo di mostrare la propria efficacia sul palcoscenico del Coccia in più di un’occasione. Interventi di ombre Controluce Teatro d’Ombre, disegno luci di Ivan Pastrovicchio. Il titolo è sostenuto da Mirato Spa, main sponsor dell’evento.
Nel cast al fianco dei veterani del belcanto rossiniano quali Michele Govi nel ruolo di Don Bartolo, Abramo Rosalen, Don Basilio, Aya Wakizono, Rosina, Giovanna Donadini nel ruolo di Berta e Emmanuel Franco che debutta nel ruolo di Figaro, una giovane voce che sta rapidamente conquistando ruoli di primo piano sulla scena nazionale quali Chuan Wang nel ruolo del Conte d’Almaviva. Fiorello sarà Matteo Mollica e Ambrogio Edoardo Sgariglia Moresi. Con Il Barbiere di Siviglia si prosegue con la nuova consuetudine del teatro Coccia: consegnare a giovani e debuttanti la seconda recita (quella del sabato sera, fuori abbonamento), a concreto sostegno delle nuove generazioni. Sabato 13 restano invariati i ruoli di Don Basilio, Berta, Fiorello e Ambrogio, mentre sono debutti assoluti quelli di Magdalena Urbanowicz nel ruolo di Rosinra, Diego Savini come Figaro, il Conte di Almaviva interpretato da Claudio Zazzaro, Davide Piva nel ruolo di Don Bartolo.
Scrive Alberto Jona nelle note di regia: "Mettere in scena Il Barbiere di Siviglia di Rossini è per me una scommessa entusiasmante: quando si affrontano i grandi capolavori è impossibile non rapportarsi, con timore quasi reverenziale, a messinscene che sono diventate pietre miliari e che sembrano aver raccontato tutto il raccontabile; ma quando si riapre lo spartito del Barbiere si materializza una partitura scenica perfetta, dove ogni nota è gesto e ogni gesto è musica e che come un fuoco d'artificio produce immaginario a bizzeffe, come direbbe Lindoro. Penso che Il Barbiere, perfetto meccanismo a orologeria, possieda una vis comica travolgente da commedia dell'arte, ma contenga in sé anche i segni della crisi dell'Illuminismo, mostrando l'ascesa di una nuova borghesia post-rivoluzionaria che sta prendendo il potere. Rossini descrive un mondo che vacilla sul bordo di un abisso, emotivo, sociale, politico; ma tutto questo lo fa con un'immensa ironia e autoironia, sorridendo dei propri meccanismi musicali, dei propri topoi, oltre che dell'uomo e del caos che si profila all'orizzonte. Partendo dal plot narrativo, - ha detto - al centro vi è lo scontro generazionale tra vecchi e giovani, e in mezzo si staglia una nuova figura, Figaro, che rappresenta la borghesia in ascesa, astuta e determinata. Ho immaginato un mondo ancien régime, affastellato di oggetti, angusto, oppressivo e nel contempo risibile, dominato dal complesso di Diogene del padrone di casa, Don Bartolo, che cerca in ogni modo di resistere e opporsi al mondo nuovo e alla spregiudicatezza dei giovani. Dall'altra appunto i giovani che sentono il fervore del cambiamento e vi scommettono sopra. Ma l'imprevedibile e il caos sono in agguato e in questo il teatro d'ombre ha la funziona di evocarne i fantasmi, in uno spazio scenico che ho voluto opponesse all'accumulo claustrofobico di Don Bartolo, il respiro dell'open air, dietro cui comunque intravediamo le crepe della crisi, pronta a esplodere. Commedia, follia, crisi, felicità questi gli ingredienti che hanno guidato la mia lettura del Barbiere, in cui i personaggi rossiniani si muovono da una parte come marionette ideofore, usando un termine caro a Guido Ceronetti, quali allegorie della crisi, e dall'altra come uomini e donne in carne ed ossa che avanzano tragicamente spensierati verso l'ignoto. Vi è però nel Barbiere la consapevolezza che lo scarto fra il naufragare nella follia o il naufragare nella felicità sia appena un soffio. Forse gli unici a salvarsi saranno Figaro e Rossini stesso".
L’opera sarà preceduta dall’Operitivo in collaborazione con Cannavacciuolo Cafè&Bistrot venerdì 5 maggio alle 18.30 (evento sold out) e dalla seconda puntata di Parola all’Opera, rubrica di approfondimento della stagione del teatro Coccia: martedì 9 maggio alle 20 su Sipario Virtuale racconta l’opera il critico, storico e scrittore Sergio Ragni.