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Quali lauree aiutano a trovare lavoro più facilmente?

Cosa studiare? Quali laureati o diplomati cercano le aziende? Anche facoltà un tempo solide vedono parecchi disoccupati eppure le aziende denunciano sempre più spesso di non trovare i profili giusti per assumere: ecco le qualifiche più richieste per decidere quale percorso di studi intraprendere

Stando all’ultima indagine AlmaLaurea, negli ultimi anni c’è stato un trend positivo che ha visto una diminuzione del tasso di disoccupazione dei laureati.

A un anno dal conseguimento della laurea triennale, il tasso di disoccupazione dei laureati triennali è del 15,9% (calo di 10,2 punti); quello dei laureati magistrali è del 15,8% (in calo di 7,6 punti percentuali).

La situazione migliora ancora se si prende in considerazione l’occupazione dei laureati a tre e a cinque anni dal conseguimento del titolo.

Le più alte percentuali di disoccupati si rilevano nei seguenti ambiti:

  • gruppo geo-biologico (Scienze e tecnologie della navigazione, Scienze e tecnologie fisiche, Scienze e tecnologie informatiche, Scienze matematiche): 23,3%;
  • letterario: 22,2%
  • politico-sociale e architettura: 21,3%.

Le percentuali più basse di disoccupazione si registrano, invece, tra i laureati del gruppo scientifico (6,3%), educazione fisica (9,7%) e ingegneria (11,1%).

Corsi di laurea con con le migliori performance occupazionali

A cinque anni dalla laurea, le migliori performance occupazionali sono registrate dai laureati del gruppo scientifico, in particolare dei seguenti corsi di laurea:

  • Medicina
  • Ingegneria
  • Professioni Sanitarie

Spesso solo la triennale non è sufficiente a entrare nel mondo del lavoro: il più delle volte è necessario, infatti, completare la propria formazione con una laurea magistrale.

Area sanitaria

I corsi di laurea dell’area sanitaria sono senza dubbio i più “interessanti” dal punto di vista degli sbocchi occupazionali.

Le lauree triennali delle Professioni Sanitarie, essendo altamente specializzanti, garantiscono ottimi livelli di occupazione già dopo la triennale (68%).

Tra i corsi pi ambiti troviamo Fisioterapia, Infermieristica, Ostetricia e Logopedia.

Per quanto riguarda Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, il grado di occupazione tende ad aumentare a cinque anni dal titolo, a causa dell’ulteriore formazione necessaria per esercitare la professione.

Ecco le percentuali di occupazione a cinque anni dal titolo:

  • Medicina: 92,4%
  • Odontoiatria: 88%
  • Veterinaria: 92%

Area tecnico-scientifica

I corsi di laurea di area tecnica e scientifica offrono buone prospettive occupazionali.

Circa il 75% dei laureati trova un lavoro a un anno dal conseguimento del titolo.

Il gruppo più “performante” da questo punto di vista è sicuramente quello delle lauree in Ingegneria.

Le lauree a indirizzo Architettura, Urbanistico e Territoriale vedono un tasso di occupazione non altissimo (53%).

Il tasso di occupazione più basso è relativo al gruppo che comprende le lauree in Scienze Biologiche, Biotecnologie, Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura e Scienze geologiche.

Area economico-giuridica

Grazie alla formazione versatile che offrono, le lauree a indirizzo economico sono molto richieste, in particolare quelle economico-statistico (si pensi agli ambiti quali finanza, credito assicurazioni).

Il discorso per i laureati in Giurisprudenza è molto simile a quello dei laureati in Medicina: il percorso, infatti, poiché prevede un attività di formazione post-laurea molto elaborata.

Diversa la situazione per i laureati in Scienze dei servizi giuridici (triennale): in questo caso l’ingresso nel mercato del lavoro è più immediato (62% a un anno dalla laurea).

In ultimo, bisogna dire che i corso di laurea a indirizzo politico-sociale presentano un tasso di occupazione relativamente basso a un anno dalla laurea (43,3%).

Area umanistico-sociale

Tra i corsi di laurea in maggiore crescita in questo ambito troviamo senza dubbio Scienze della Comunicazione.

Anche (e soprattutto) in relazione alla grande crescita di internet e alla nascita di nuove figure professionali, il corso di laurea della classe L-20 garantisce il 48,6% di occupazione a un anno dalla triennale.

Nello stesso ambito, per esempio, i corsi di laurea in Lettere e Filosofia registrano i tassi di occupazione più bassi (25,6 e 31,7%).

Le lauree più richieste e le professioni dei prossimi anni

Secondo la “Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” elaborata da Unioncamere, Anpal e dal Sistema Informativo Excelsior, nel prossimo quinquennio (2019-2023) il fabbisogno di laureati sarà compreso orientativamente tra le 823.000 e le 908.000 unità.

Di questi, il 62% comprenderà lavoratori dipendenti e indipendenti nel settore privato, il 38% da lavoratori dipendenti nel settore pubblico.

Due ambiti, in particolare, caratterizzeranno le nuove occupazioni: la Digital Trasformation e l’Ecosostenibilità.

Il fabbisogno di laureati previsto sarà così suddiviso:

  • area economico-sociale (25%), che comprende il gruppo economico-statistico e politico-sociale;
  • area umanistica (21-22%): scienze motorie, indirizzi insegnamento, letterario, linguistico e psicologico;
  • area ingegneria-architettura (19%);
  • area medico-sanitaria (17%);
  • area scientifica (8%);
  • area giuridica (7%).

In particolare, le lauree più richieste saranno quelle dell’indirizzo economico-statistico e ingegneristico (grazie all’incremento dell’industria dei Big Data), dell’area medico-sanitaria (per il turn-over di professionisti) e dell’area dell’insegnamento (poiché si prevedono molti nuovi ingressi nella scuola).

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