Leggero dice addio al Pd: "Non ne condivido la linea"
Era stato candidato alle ultime elezioni come parlamentare. La sua "componente" spesso determinante per le decisioni interne
Roberto Leggero, esponente non secondario del Pd novarese, lascia il partito non condividendone più la linea politica a livello nazionale e locale. Anche in tempi recenti, Leggero ha svolto attività importanti: due mesi fa è stato eletto alla presidenza dell dell’associazione “La Torre e Mattarella” attiva sul tema della legalità; nel 2013 è stato candidato al parlamento nell'ultima tornata delle elezioni politiche, ottenendo un buon risultato alle primarie che escluse dalla corsa candidati "renziani" ben più gettonati. La sua componente fu inoltre determinante all'epoca dell'elezione di Elena Ferrara alla segreteria provinciale del partito.
Leggero lascia con una lettera pacata, ma puntuale, in linea con il suo stile che non ha mai nascosto pareri e opinioni anche scomodi.
"Nel Pd ho concorso alla carica di segretario provinciale, di consigliere provinciale e di parlamentare. In tutti questi casi mi sono messo a disposizione del partito in situazioni difficili e senza possibilità di essere eletto semplicemente perché era necessario che qualcuno rappresentasse il Pd. Oggi la situazione politica è cambiata. Io stesso ho ormai 51 anni e penso che sia necessario lasciare a una nuova e migliore generazione l’onere e l’onore di agire direttamente in politica".
Non ti nascondo però che non apprezzo e non approvo le prese di posizione del Segretario nazionale su temi delicati come quelli del rapporto con la magistratura, con Forza italia e Silvio Berlusconi. Come forse sai il tema della criminalità organizzata e del contrasto alle mafie è stato uno dei temi fondamentali del mio impegno politico e personalmente non posso accettare che il Segretario nazionale del Pd possa affermare che “bisogna attendere le sentenze” prima di stabilire se prendere provvedimenti sui dirigenti, eletti e candidati del partito. Questo è inaccettabile.
Ma anche le decisioni relative al Senato e alle Province mi appaiono totalmente sbagliate perché tolgono ai cittadini la possibilità di esprimersi su organi importanti per la loro vita lasciando alla sola classe politica il compito di eleggere se stessa.
Anche a livello provinciale non mi è più possibile far sentire la mia voce. Ovviamente ciò ha un’importanza relativa ma in questi anni avevo potuto concorrere a porre diversi temi all’attenzione del partito e anche a indicare alcuni problemi e oggi ciò non mi è più possibile: tra i primi ricordo, oltre al tema delle mafie, il no all’inceneritore e il si a sistemi diversi di smaltimento dei rifiuti (che rappresentano una miniera di materie prime), il tema degli F-35, inutili, costosi e inefficienti, il tema del rispetto del regolamento del partito, e così via. Tra i problemi uno, in particolare, e cioè quello delle aree di Agognate, che stanno per essere sconsideratamente lottizzate.
Lascio il partito dopo oltre un anno di autosospensione della tessera con grande dispiacere ma anche i con bellissimi ricordi legati al sostegno e all’affetto che molti mi hanno dato. Non ho mai preso un soldo dal partito e non ho mai ricoperto una carica amministrativa ma sono stato al fianco di tante donne e uomini onesti e generosi i quali a me, che ero privo di educazione politica, hanno insegnato moltissimo. Questo vale molto di più, per me, di qualsiasi altra ricompensa".