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La Cgil Novara interviene nuovamente sulla questione del Cisa 24

La Camera del Lavoro e la Funzione Pubblica ripropongono la propria posizione sulla vicenda, più volte espressa: "Avviare finalmente una discussione con tutti gli enti gestori per definire omogeneità di intervento"

La Camera del Lavoro e la Funzione Pubblica di Novara, in merito alla situazione di grave crisi del consorzio socio assistenziale Cisa 24 con sede a Biandrate, ripropongono la propria posizione più volte espressa.

"Le vicende del Cisa 24 - hanno commentato Paolo Del Vecchio, della Cgil, e Cristiano Teruggi, della Fp Cgil - sono state da noi seguite molto da vicino sin da prima dell’ultimo trimestre 2011, dopo che lo stesso per lungo tempo e nonostante le varie richieste fatte si era negato a discutere dell’andamento dei servizi in quel territorio. Con le categorie interessate ed in modo unitario si erano decise anche delle azioni di protesta per le decisioni allora assunte. Tali decisioni venivano viste da parte della parte politica di quel territorio, ed evidentemente lo sono ancora, come unica e possibile soluzione per la grave crisi economica dell’Ente".

Alcune delle decisioni prese, riguardavano: la riduzione del 50% delle ore di lavoro del personale della cooperativa che gestisce il servizio di assistenza domiciliare; l’innalzamento del 50% della retta per le persone affette da disabilità che si trovano ospitate nelle strutture; l’innalzamento della quota di compartecipazione del Sad con l’introduzione di una quota fissa di 2 euro per la prima fascia ed un aumento dal 50% al 75% per le successive fasce; la richiesta di messa in mobilità del personale dipendente pubblico; vari tagli ai trasporti delle persone e dei pasti.

"Il tema del taglio delle risorse sulle politiche sociali - hanno proseguito Del Vecchio e Teruggi - è stato un tema che ha colpito tutto il territorio non solo provinciale ma piemontese, se non nazionale. Le proposte che avevamo avanzato al Cisa 24, ma non solo, e che riteniamo ancora valide per dare certezza e giusti costi ai servizi e molta sana occupazione, sono quelle di avviare finalmente una discussione con tutti gli enti gestori per definire omogeneità di intervento sui servizi indispensabili da erogare, sulla partecipazione economica dei comuni agli stessi, sulla compartecipazione dei costi degli utenti ai servizi, su una dimensione territoriale importante per garantire stabilità economica ai servizi e alla occupazione. Questa crediamo che sia una vera e sana razionalizzazione della spesa pubblica".

"Noi vogliamo essere chiari - hanno aggiunto - l’attuale situazione del Cisa 24 non può essere considerata come una contingente fatalità ma come il risultato della mancanza di investimento nello sviluppo di servizi e strutture intermedie nel corso degli anni. Crediamo che l’attuale modello debba essere superato sia in termini di gestione che come dimensione territoriale, in virtù anche dell’art. 7 comma 2 della legge regionale 11/2012 di riordino degli enti locali che impone Il limite demografico minimo per l'esercizio in forma associata della funzione sociale in 40mila abitanti".

"Su questo - hanno concluso Del Vecchio e Teruggi - chiediamo che si apra un tavolo politico di discussione serio in tempi rapidi che sia in grado di garantire il futuro dei servizi e della occupazione".

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