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Pd: cittadinanza agli stranieri, è ora di cambiare il passo

Il Partito Democratico propone una crescita di diritti civili per uscire dal buio degli scorsi anni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Fra i principali punti inseriti nel programma del Partito Democratico nella passata campagna elettorale, vi era l’impegno di far aumentare i diritti civili all’interno del nostro paese.

Diversi osservatori, hanno rilevato come l’Italia, in questi anni, su determinate tematiche, non solo sia rimasta ferma, ma anche come non ci sia mai stata la volontà di portare avanti determinate proposte per uscire da una situazione di forte arretratezza. Il segretario del partito Pierluigi Bersani, si sta esponendo, proprio in questi giorni, per fare in modo che sia messo sul tavolo del prossimo Governo un Disegno di Legge che ridia maggiore dignità allo Stato Italia in termini di concessione di cittadinanza agli stranieri.

Si è deciso di partire dal mezzo milione di minori, nati in Italia da genitori stranieri. La legge vigente pone ancora delle criticità che vanno contro la tutela del minore stesso, provocando delle differenze di tutela fra minori italiani e stranieri che non sono accettabili in un paese come l’Italia. La proposta, da me fortemente sostenuta, e messa in campo dal Partito Democratico attraverso una proposta di legge realizzata dai deputati Bersani, Chaouki, Speranza, Kyenge è stata presentata in questi giorni e ha avuto immediatamente, ampio consenso nell’aula.

Questi i contenuti salienti della nuova legge sulla cittadinanza proposta:
1. Può acquistare la cittadinanza italiana: chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno è nato in Italia e vi risiede legalmente senza interruzioni da non meno di un anno; chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno vi risiede legalmente senza interruzioni da non meno di cinque anni; chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri o vi ha fatto ingresso entro il decimo anno di età a condizione che abbia frequentato un corso di istruzione primaria o secondaria di primo grado o superiore presso istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ovvero un percorso di istruzione e formazione professionale idoneo al conseguimento di una qualifica professionale.
2. Il minore, che risiede legalmente in Italia alla data della dichiarazione, diviene cittadino a seguito di dichiarazione espressa di entrambi i genitori, ovvero di chi esercita la responsabilità genitoriale, di voler fare acquistare al minore la cittadinanza italiana, e di impegnarsi ad educarlo nel rispetto delle Costituzione e delle leggi dello Stato; si applicano gli articoli 316 e 317 del codice civile.
3. Quando i soggetti legittimati non hanno reso la dichiarazione di cui al comma 2, lo straniero, che risiede legalmente in Italia alla data della dichiarazione, ricorrendo i presupposti di cui al comma 1, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana, entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.
4. Colui che ha acquistato la cittadinanza italiana, ai sensi del comma 2, può rinunciarvi, entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, se in possesso di altra cittadinanza.

Disposizioni transitorie:
1.Le disposizioni della presente legge si applicano anche a chi è nato, o ha fatto ingresso nel territorio della Repubblica entro il decimo anno di età, prima della sua entrata in vigore.
2.Chi alla data di entrata in vigore della presente legge, ha maturato i requisiti di cui al comma 2, dell’articolo 4, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, vigente prima di tale data, acquista la cittadinanza italiana se, entro due anni dalla medesima data, rende dichiarazione ai sensi del comma 3, dell’art. 1-bis, della legge 5 febbraio 1992.

Franca Biondelli - Deputata Pd

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