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Coronavirus, Cirio sul nuovo Dpcm: "Siamo stati ascoltati, ma bisogna essere più rigorosi"

Il presidente della Regione commenta le nuove misure decise dal Governo: "Il problema non sono i ristoranti, ma l'assembramento di fronte ai locali nelle strade e nelle piazze"

"Abbiamo lavorato tutto sabato e domenica per concertare i contenuti del Dpcm. Di solito ci arrivava un'ora prima di essere firmato per le osservazioni, invece questa volta ne abbiamo condiviso anche alcune parti e siamo stati ascoltati. Ciò non toglie che fuori bisogna essere più rigosori".

E' il commento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, intervenuto alla trasmissione Agorà di Rai Tre, sulle misure contenute nell'ultimo Dpcm del Governo.

Secondo quanto comunicato dalla Regione in una nota pubblicata sul sito web dell'Ente, Cirio si dice soddisfatto delle misure del decreto firmato nella serata di ieri, domenica 18 ottobre, da Giuseppe Conte, sottolineando che "il Piemonte ha puntato i piedi sulle chiusure dei locali alle 24, perché siamo convinti che il problema non siano i ristoranti, o i parrucchieri, ma l’assembramento di fronte ai locali nelle strade e nelle piazze. Siamo contenti che sia andata così".

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E in merito alla possibilità di chiudere strade e piazze per evitare possibili assembramenti, Cirio ha aggiunto: "Convocherò tutte le associazioni che rappresentano i Comuni italiani, Anci, Anpci e Uncem, per arrivare ad azioni condivise. Il Governo ha scaricato sui sindaci, noi non li lasceremo soli, perché nella pandemia non si può scaricare sul più piccolo o sul più debole. Dobbiamo stare tutti insieme e tutti uniti. Con i sindaci determineremo anche le misure anti assembramento, che sono essenziali per continuare in sicurezza".

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