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Novara, Domenico Rossi candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico

Il consigliere regionale ha ufficializzato la sua candidatura: "La mia priorità è il Piemonte, se sarò segretario sarò garante di tutte e tutti"

Domenico Rossi, consigliere regionale novarese del Pd, si candida alla segreteria regionale del Partito Democratico. 
 
A darne notizia è stato lo stesso Rossi in una nota stampa, in cui ha ufficializzato la sua candidatura a segretario regionale del Pd con la mozione "Nelle nostre mani... Il futuro è un luogo meraviglioso".

"Da tempo si parla di me come possibile segretario regionale del Partito Democratico - ha spiegato Rossi - oggi (venerdì 20 gennaio, ndr) ufficializzo la mia candidatura. Un percorso condiviso con tanti amici dentro e fuori dal partito perché dobbiamo essere 'mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera', citando Alexander Langer. Questo è il senso profondo della mia candidatura: la volontà di rafforzare un legame con la comunità piemontese riunendo e valorizzando tutte le anime che si ritrovano nel Partito Democratico".

"Al congresso nazionale sosterrò Stefano Bonaccini - ha aggiunto Rossi -. Lo farò 'da sinistra' insieme a tante e tanti compagni di viaggio, ma so che serve il contributo di tutti. Stimo moltissimo Gianni Cuperlo e mi riconosco in molte proposte di Elly Schlein, e in parte del suo percorso. Abbiamo bisogno, nel Paese come in Piemonte, di tutte le migliori forze perché stiamo attraversando un passaggio molto stretto: servono coraggio e senso di responsabilità per ridefinire l’identità del partito e portare un forte rinnovamento, senza rinnegare o buttare via tutto il passato".

"Per questo - ha sottolineato Rossi - penso ad un Pd capace di radicarsi sempre più sul territorio, di avvicinarsi alle persone e di costruire insieme un orizzonte di giustizia sociale e ambientale. Per  il cambiamento, soprattutto in democrazia, serve l’impegno di ciascuno di noi. Un Partito Democratico che si confronti al suo interno sui temi e non solo su ruoli e candidature". 

"Alcune sfide sono imprescindibili e prioritarie nella mia proposta - ha elencato poi Rossi  - a partire da un progetto chiaro e riconoscibile che si occupi dei problemi reali dei piemontesi: liste d’attesa e impoverimento della sanità pubblica, record per il consumo di suolo, livelli di inquinamento altissimi, lavoro povero per troppe categorie, un trasporto pubblico locale inesistente soprattutto per chi abita nelle aree interne, un’assenza di programmazione e visione che rallenta anche la crescita economica. Tutte battaglie che in questi anni ho portato avanti in Consiglio Regionale insieme ai colleghi del gruppo consiliare".

Per Rossi, inoltre, è necessario "valorizzare i territori. Torino è importante, ma il Partito Democratico regionale deve trovare il modo di valorizzare il lavoro prezioso e fondamentale dei tanti militanti e amministratori che lavorano in tutte le altre province piemontesi. Le politiche regionali vanno decise insieme: con Torino, Cuneo, Alessandria, Asti, Novara, Vercelli, Biella e il Verbano-Cusio-Ossola. Abbiamo un patrimonio prezioso costituito dai circoli e dalle segreterie provinciali con i quali il livello regionale deve avere un rapporto costante e anche di servizio per sostenere lo scambio di buone pratiche e lo sviluppo di progettualità innovative. Obiettivi che si possono raggiungere solo riscoprendo speranza e partecipazione. La prima, ce lo dice il Censis, scompare dall’orizzonte degli italiani che guardano al futuro con paura. Il Partito Democratico deve essere il luogo dell’innovazione non il custode dell’esistente come troppo spesso è stato percepito in questi anni. La seconda è in crisi. Meno persone votano. Pochi si iscrivono ai partiti. Ma anche l’associazionismo è in crisi. Dobbiamo 'esplorare le frontiere' per capire come fare per tornare a essere interlocutori di chi in questi anni non ci crede più".

"Per me la priorità è il Piemonte - ha concluso Rossi -. E, se sarò segretario, sarò garante di tutte e tutti. Ciò che succederà dipende anche da noi: possiamo essere soggetti, protagonisti del cambiamento. Dobbiamo parlare non solo a chi è nostro elettore, ma chi sta fuori dal partito, a chi si è allontanato o a chi si avvicina alla politica per la prima volta con l’obiettivo di arrivare pronti all’appuntamento delle elezioni regionali del 2024".

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