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Venerdì, 19 Aprile 2024
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M5S, Crippa: "Piemonte: terra di nera conquista?"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Certo, non si può dire che la notizia ci sorprenda. Un anno fa segnalammo la crescita esponenziale dell'attenzione delle compagnie petrolifere grandi e piccole nei confronti dei territori delle province di Novara, Vercelli e Biella.

Già ai tempi approfittammo dell'occasione per stendere una mappa con la geolocalizzazione dei permessi di ricerca idrocarburi in tutta Italia, sia in terraferma che in mare (OCCHIO AL POZZO).

E' del 31 luglio infatti la notizia che il Ministero dello Sviluppo Economico ha decretato le concessioni per sei anni dei permessi di ricerca idrocarburi "Cascina Alberto" e "Cascina Graziosa" (province di Novara, Milano, Pavia e Varese per un totale di 592,50 kmq).

Giusto per dare due dati in particolare sul permesso "Cascina Alberto", tale progetto toccherebbe le province di Novara, Vercelli, Varese e Biella (per sconfinare oltre Ticino nella Provincia di Varese) per un totale di 462,14 kmq.

Come se non bastasse poi, l'area interessata ricadrebbe almeno parzialmente all'interno di alcune aree protette come il Parco Naturale Valle del Ticino, Località Pian del Rosa, Baraggia di Rovasenda, Bosco Solivo e i Lagoni di Mercurago.

Aggiungiamo il fatto che i piccoli pozzi necessari a portare a termine il progetto in questione potrebbero agevolare il contatto tra le falde superficiali maggiormente contaminate da sostanze inquinanti e le falde di alimentazione della rete idrica a servizio dei territori.

Quali effetti può avere il potenziale inquinamento sui vini DOCG dei Colli Novaresi?

Secondo Coldiretti Novara/VCO nel solo novarese la viticoltura conta 620 ettari in produzione e i nostri vini stanno riscoprendo una nuova giovinezza, facendosi apprezzare in nuovi mercati come quelli statunitense e asiatico.

Riusciamo ad immaginare l’effetto che potrebbe avere un potenziale disastro sull’economia locale, considerando che i settori agricolo e viti/vinicolo delle zone interessate dalle possibili trivellazioni sono oggi fra gli unici nostri traini per l'export?

Ci siamo già dimenticati del petrolio di Trecate del 1994? NOI NO!!!

L’attuale Sindaco di Trecate Ruggerone si riferisce in un articolo sulla stampa di quell'incidente come di un lontano passato dal quale comunque Eni ha speso 330 miliardi per ripristino ambientale. Certo parametrare alla lira fa un certo effetto, soprattutto perchè se parlassimo in euro sarebbero forse 170 milioni di euro e non sortirebbero lo stesso effetto.

Ricordiamo che attualmente il capitale sociale delle società a cui oggi si intestano i permessi di ricerca Cascina Alberto e Graziosa è decisamente inferiore. Vorrei poi suggerire al Partito Democratico d che la crisi attuale e lavorativa è ben diversa da quella presente nel 1994 e pertanto rischiare di mettere in ginocchio oggi la nostra regione a causa di un evento accidentale (capitato di recente anche nel Golfo del Messico) vorrebbe dire uccidere le nostre realtà produttive agricole di eccellenze agroalimentari, forse uno dei pochi settori che tiene soprattutto, considerando soprattutto il mercato dell'export.

Detto questo, possiamo inoltre dire che non ci stupisce più di tanto la notizia degli ultimi giorni, ripresa dai maggiori media locali, secondo cui ENI, dopo il "dietrofront" del giugno 2013, starebbe tornando alla carica per quanto riguarda il permesso di ricerca "Carisio", localizzato presso i comuni di Carpignano Sesia (NO) e di Fara Novarese (NO).

Ci stupisce più che altro leggere dichiarazioni bipartisan contrarie a questo progetto che vide la luce nel "lontano" 2006.

Ci fanno sorridere gli esponenti locali di Centrosinistra e Centrodestra, che hanno governato negli ultimi due mandati regionali con i governatori Bresso e Cota, limitandosi a mere dichiarazioni di stampo elettoralistico sul permesso "Carisio", senza far seguire fatti concreti fino al giugno 2013.

In particolare ci vorremmo concentrare sulla Giunta Chiamparino, che più di tutti in questa fase avrà responsabilità sul proseguimento o meno dei permessi citati in precedenza. Cosa avrà intenzione di fare il nostro Chiampa? Seguire il volere della cittadinanza che NON vuole le trivelle o seguire le indicazioni del "Caro Leader" Renzi, secondo cui non si può più evitare di portare a compimento opere simili “per paura delle reazioni di tre, quattro comitatini"?

Diciamo che venerdì 1° agosto abbiamo avuto una risposta, per quanto parziale. Pochi giorni fa infatti si è tenuto un incontro (al quale ha partecipato il nostro Consigliere regionale Gianpaolo Andrissi) con gli assessori della Regione Piemonte alle Attività Produttive e all’Ambiente sul tema del permesso "Carisio".

Risultato? La Regione parrebbe essere per le trivelle. Fra l’arma per tutte le stagioni del ricatto occupazionale e con fantomatiche nuove tecnologie presentate da ENI (che pare non fossero state prese in considerazione nemmeno un anno fa) grazie alle quali l'impatto dell'opera, tempi e presenza delle trivelle sul territorio sarebbero sensibilmente ridotti, pare che la strategia della Giunta sia stata ben delineata.

Il M5S è da sempre contrario alla ricerca e all’estrazione degli idrocarburi, vista l'invasività delle opere che ne conseguono in un territorio densamente abitato come il nostro. Da tempo stiamo lavorando ad un Piano Energetico Nazionale che possa finalmente garantire l'indipendenza dalle fonti fossili e, unita alla sostenibilità delle rinnovabili, possa contribuire a portare nelle nostre case energia pulita e a un costo equo.

Questo Piano, non appena ultimato, sarà presentato al Ministero dello Sviluppo Economico e alla Presidenza del Consiglio. Vedremo cosa diranno. Nel frattempo, invitiamo il Parlamento, il Governo e la Regione Piemonte a porre al centro del procedimento decisionale di qualunque opera il cittadino, per le evidenti implicazioni sociali, ambientali ed economiche legate a scelte cruciali di questo tipo.

Devono essere valutate anche le ricadute negative economiche che un evento accidentale potrebbe comportare, la ns economia oggi vive un momento drammatico non possiamo mettere in pericolo chi produce prodotti di qualità.

Il cittadino vuole e deve decidere. Cari sindaci delle zone interessate, siate democratici, fate dei referendum consultivi per capire se i vs cittadini voglio sopportare anche questo, non fatevi ingolosire da quella mazzetta legalizzata che sono le royalties o i buoni benzina per i vostri concittadini.

E’ tempo di lasciare in pace la terra, ne ha subite fin troppe.......non succhiatela fino al midollo.

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