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Movimento 5 Stelle Vco: oltre mille firme contro gli inceneritori

Lunedì 12 novembre saranno consegnate le firme raccolte a sostegno della petizione del Carp che chiede alle istituzioni competenti, cioè la Provincia e i sindaci dei 77 comuni del Vco, la chiusura immediata e definitiva degli inceneritori di Mergozzo e di Vercelli

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Lunedì 12 novembre il Movimento 5 stelle Vco consegnerà le firme raccolte a sostegno della petizione del Carp che chiede alle istituzioni competenti, cioè la Provincia e i sindaci dei 77 comuni del Vco, la chiusura immediata e definitiva degli inceneritori di Mergozzo (la cui attività nel frattempo è stata sospesa) e di Vercelli, e l'abbandono del progetto di costruzione di un inceneritore di quadrante.

La petizione chiede anche e soprattutto l'adozione di scelte efficienti, moderne ed economiche nella gestione del ciclo dei rifiuti.

La raccolta delle firme è stata condotta in coordinamento con i gruppi territoriali del Movimento 5 stelle, del Carp e di alcune associazioni delle altre 3 province del quadrante: Vercelli, Novara e Biella.

Nella provincia di Verbania abbiamo finora raccolto più di mille firme. Le firme raccolte in provincia di Vercelli e di Novara sono state  consegnate nelle scorse settimane, quelle raccolte in provincia di Biella saranno consegnate nei prossimi giorni.Dopo la consegna la raccolta firme proseguirà in tutte e 4 le province del quadrante fino al raggiungimento degli obiettivi della petizione.

Abbiamo deciso di sostenere la petizione del Carp perché ne condividiamo l'impostazione di base, sintetizzabile nella prospettiva "rifiuti zero". Il conferimento in discarica e l'incenerimento sono pratiche da relegare nei libri di storia. Oggi dobbiamo e possiamo parlare non più di rifiuti, ma di materie seconde, che costituiscono una risorsa economica anziché una spesa per i cittadini. Non è una posizione ideologica, né una speranza, è una realtà ben collaudata che ha alle spalle almeno 20 anni di sperimentazioni e che può essere replicata in qualunque territorio.

L'obiettivo rifiuti zero è anche l'indicazione contenuta nella risoluzione del parlamento europeo del 8.5.2012, che definisce la precisa scelta di raggiungere l'obiettivo "rifiuti zero" entro il 2020. La risoluzione contiene anche il divieto di incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili (cioè
praticamente tutti). Qualunque politica che vada in direzione opposta è quindi non solo anti-storica, ma in assoluta opposizione alle scelte europee.

Veniamo alla situazione italiana. In Italia ci sono ormai molti piccoli comuni che sfiorano il 90% di raccolta differenziata, ma è di pochi giorni fa, del 23.10.2012, l'approvazione in consiglio comunale di Genova dell'ordine del giorno proposto dal Movimento 5 stelle cittadino, che impegna il comune di Genova a perseguire l'obiettivo "rifiuti zero" sul modello del comune di Capannori (LU), che ha già superato il 90% di raccolta differenziata.

Il Vco potrebbe essere la prima provincia in Italia a scegliere di adottare una nuova visione della gestione del ciclo dei rifiuti, con importanti ricadute positive in termini di visibilità mediatica e conseguente maggiore capacità di attrazione dei flussi economici.

Riassumiamo sinteticamente per punti il programma del Movimento 5 stelle in materia di rifiuti:
1. riduzione a monte, alcuni esempi:
• campagne informative rivolte ai cittadini (per es. il consumatore va invitato a verificare se sugli imballaggi c'è il simbolo della riciclabilità);
• incentivazione della vendita di prodotti sfusi e alla spina;
• incentivazione economica del compostaggio domestico;
• incentivazione dell'autoproduzione.

2. ulteriore incremento della raccolta differenziata con incentivi economici ai cittadini che producono meno rifiuti, alcuni esempi:
• estensione 100% della raccolta differenziata "porta a porta" (NB la raccolta differenziata degli imballaggi, di pile, apparecchi elettronici non costa nulla ai Comuni che ricevono il contributo del Conai o di altri enti ad hoc);
• sacco conforme;
• passaggio da Tarsu a Tia puntuale, per far pagare lo smaltimento dei rifiuti in proporzione alla quantità di rifiuto indifferenziato conferito;
• recupero dell'umido (scarti alimentari e sfalci) con costruzione di un impianto di compostaggio sul nostro territorio (per risparmiare da ¼ a 1/3 dei costi di conferimento ad analogo impianto fuori provincia).

3. recupero ulteriore di materiali riciclabili (fino al 98-99% del totale) dalla frazione indifferenziata attraverso impianti di selezione spinta + trattamento a freddo delle plastiche non riciclabili con produzione di sabbia sintetica e granulati plastici.

Il sistema che proponiamo fa risparmiare parecchi soldi alle amministrazioni e di conseguenza ai cittadini, perché recuperare materiali, che altrimenti sarebbero finiti in un inceneritore o in una discarica, significa risparmiare soldi evitando i costi dello smaltimento + guadagnare soldi dalla vendita dei materiali recuperati. Per non parlare dei costi infinitamente più alti (e in costante lievitazione durante i lavori di realizzazione)
che le amministrazioni pubbliche, e quindi i cittadini, si trovano a sostenere per la costruzione degli inceneritori.

Altrettanto importante è il consistente aumento dei posti di lavoro che deriverebbe dal passaggio al trattamento meccanico-biologico dei rifiuti: i 25 addetti dell'inceneritore di Mergozzo diventerebbero quasi 100: 4 volte di più! In questo periodo di estrema crisi in cui tante aziende del nostro territorio hanno chiuso lasciando a casa centinaia di persone, crediamo che ai dati occupazionali debbano necessariamente essere attribuite la massima attenzione e rilevanza. La green economy è l'unico settore in crescita negli ultimi anni.

Infine, ma naturalmente non perché la questione sia meno importante, prendiamo in considerazione le conseguenze sulla salute dei cittadini. E' stato ormai dimostrato statisticamente che nelle vicinanze degli inceneritori (e dei cementifici, autorizzati a bruciare rifiuti con ancora meno garanzie degli inceneritori) le percentuali di malattie cardiovascolari, malformazioni fetali, tumori, leucemie infantili della popolazione
residente sono significativamente più rilevanti
. Gli impianti di trattamento meccanico-biologico invece lavorano "a freddo" e non producono perciò fumi inquinanti.

 

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