Il mediterraneo è diventato una fossa comune di cui non vedremo mai il vero contenuto. Un ennesimo olocausto non imputabile in modo chiaro a questo o quel dittatore, né a taluna ideologia; è chiara invece la dinamica che riconduce all’avverarsi delle tragedie: il traffico degli esseri umani gestito da organizzazioni criminali dislocate e operanti nei luoghi di partenza e di arrivo di questa povera gente.

Rimane un’illusione pensare di incidere sensibilmente e a breve su una tragedia epocale come questa, per i contenuti e le ragioni che ne determinano le cause. Bisogna però accendere la speranza fermando i gestori della parte più aberrante del problema: quelle carrette della morte che attraversano il mare con timonieri senza scrupoli per la sorte degli imbarcati. Ciò può e deve avverarsi con la convinzione e l’agire comune da parte di tutti gli Stati del mondo che si definiscono moderni, l’Europa per prima. Ciò che da anni sta accadendo è davvero una vergogna dal significato più profondo per le terribili conseguenze che provoca e nel riconoscerlo bisogna accendere una mobilitazione senza precedenti in tutte le organizzazioni governative a livello globale. La nostra Europa che tanto ha sofferto per le stesse ragioni non può considerare l’ennesimo macello umano come un fatto per il quale agire solo attraverso enuncia menti pomposi e senza contenuti pratici. Basta lacrime di coccodrillo da parte di tutti, basta considerare la vita di donne e uomini di valore diverso se appartiene a persone lontane dai nostri confini. Basta considerare il nostro paese solo osservato speciale per l’economia, siamo stati lasciati soli a gestire drammi umani che solo le guerre hanno prodotto. L’Europa, l’unione di paesi che noi più di tutti abbiamo voluto, insieme al resto del mondo deve agire per scongiurare, ancora una volta,  l’idea che gli esseri umani debbano fatalmente morire per superare miseria e ingiustizie.