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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Pd, Ferrara: crisi del manifatturiero impone nuovo modello di sviluppo

La senatrice novarese del Partito Democratico Elena Ferrara al Consiglio straordinario di Cameri: "Terra sedotta e abbandonata"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Una doppia azione per contrastare gli effetti della crisi economica sul tessuto sociale dei territori.

Da una parte sostenere i lavoratori e le piccole imprese che si vedono spesso negare diritti e sostegno; dall’altra attivare un percorso concreto di riconversione industriale che possa rilanciare l’economia locale e aprire a nuove prospettive di sviluppo. Questi i concetti espressi dalla Senatrice Elena Ferrara, durante il Consiglio comunale straordinario convocato a Cameri a fronte della chiusura della storica azienda tessile Bossi.

Al tavolo, oltre al sindaco Maria Rosa Monfrinoli, anche il presidente della Provincia Diego Sozzani, assieme ai componenti delm Consiglio. Tra le centinaia di persone presenti all’assemblea, anche le parti sindacali e datoriali di un territoriom dove anche l’indotto manifatturiero è legato al destino incerto delle imprese. L’incontro è stato richiesto dal gruppo di minoranza "Progetto Cameri", su indicazione della Capogruppo Valeria Galli, già assessore al Lavoro in Provincia nella passata amministrazione e ora capogruppo in Consiglio provinciale per il Partito Democratico.

"Ho raccolto volentieri l’invito a partecipare al dibattito aperto alla cittadinanza - ha commentato la senatrice - anche se tra i tanti contributi giunti da artigiani, dipendenti, parti sociali e amministratori, alcuni continuano ad indicare soluzioni che rischiano di peggiorare le cose".

L’intervento del presidente Sozzani ha visto un territorio diviso in due: da un lato la crisi profonda della Bassa, la zona pianeggiante del Novarese, dall’altro la zona Nord, quella del Borgomanerese che resiste grazie al comparto delle rubinetterie. Un’analisi smentita da Giovanni Serra, rappresentante della Uil, che ha riportato statistiche allarmanti sul numero di cittadini che in  provincia vivono grazie agli ammortizzatori sociali: oltre 27mila su 360mila abitanti distribuiti equamente su tutto il territorio.

"Non una parola sui tre percorsi di riqualificazione e ricollocazione ipotizzati in Provincia durante l’incontro in Prefettura con la proprietà della Bossi e le parti sociali. Promesse, che rischiano di illudere intere famiglie che lavoravano per questa  importante realtà del Tessile piemontese, che fino a pochi anni fa occupava circa 600 persone", continua Ferrara.

"Crisi economica e mercato globale ci impongono di rivedere il nostro sistema produttivo; l’industria resiste solo se di altissima qualità, per il resto la strada dello sviluppo guarda ai servizi, dal Turismo alla Cultura, e riscopre Agricoltura e Green economy". Un’analisi supportata da Unioncamere, che vede il Piemonte crescere solo nel comparto turistico, mentre sempre più giovani si iscrivono in Agraria per applicare le nuove tecnologie al modo agricolo del made in Italy. "Per troppi anni si è puntato solo sulla logistica, la favola della Bretella Agognate-Malpensa e la farsa degli F35 hanno prima sedotto e poi abbandonato questo territorio. Per questo - conclude la senatrice Ferrata - non possiamo lasciare indietro nessuno, sostenendo le famiglie in difficoltà e
cercando di aumentare, se non i contributi, almeno le agevolazioni per quelle imprese che investono e assumono".

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