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Migranti, in Piemonte un piano regionale per favorire accoglienza e integrazione

Sono circa 14mila i rifugiati ospitati nelle strutture di accoglienza piemontesi. Obiettivo della Regione: trasformare il sistema da emergenziale a strutturale

Sono circa 14mila i migranti ospitati in Piemonte, di cui 1200 accolti attraverso la rete Sprar, vale a dire i progetti attivati dalle amministrazioni comunali. La comunità più numerosa, 1657 persone, viene dalla Guinea, poi da Costa d'Avorio, Nigeria e Senegal.

E il Piemonte intende trasformare il sistema dell'accoglienza da emergenziale a strutturale. Per farlo, la Regione ha presentato un piano regionale sull'immigrazione che mette a sistema una serie di iniziative che puntano ad aiutare i Comuni piemontesi a non sentirsi soli nell'affrontare la situazione e, anzi, ad attivarsi per essere protagonisti.

Quattro i progetti presentati: il progetto Vesta, finanziato con 200mila euro, che intende coinvolgere in corsi di formazione specifici 600 operatori dei servizi pubblici che si relazionano con l'utenza straniera; lo storico progetto Petrarca, che con un milione e mezzo di euro fornirà corsi di italiano e di educazione civica a 3mila migranti; un progetto contro le discriminazioni, rivolto ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni, ad alcuni target di cittadinanza e agli stessi stranieri, finanziato con oltre 400mila euro; un progetto di cooperazione da oltre 600mila euro in Senegal e Costa d'Avorio, che punta a favorire lo sviluppo delle economie locali e a migliorare le competenze lavorative di 600 giovani.

L’obiettivo comune, ha spiegato l'assessore regionale all'Immigrazione Monica Cerutti, è "unire alle buone politiche un'azione mirata a disinnescare le paure e dare avvio a un cambiamento culturale".

"I Comuni vanno coinvolti maggiormente nell'accoglienza dei migranti - ha aggiunto Cerutti -. Non va bene che su 14mila stranieri presenti nelle strutture del Piemonte solo poco più di 1200 rientrino nel sistema Sprar. I dati nazionali degli arrivi sono in aumento, e il Piemonte se ne accolla l'8%, un punto in più della percentuale assegnatagli, per farsi carico di una quota di quanto sarebbe toccato alle Regioni terremotate. Intendiamo pensare a ciò che viene subito dopo la prima accoglienza, e se facciamo buone politiche, vogliamo accompagnarle con un'azione mirata al cambiamento culturale". 

La Regione ha inoltre firmato un protocollo di collaborazione con i cinque Centri servizi per il volontariato piemontesi, per approfondire la conoscenza del livello di partecipazione attiva alla vita sociale e civile degli stranieri/e e attivare processi di inclusione attraverso lo svolgimento di attività di volontariato che consentano allo straniero/a di acquisire e svolgere un ruolo attivo e partecipe.

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