rotate-mobile
Politica

Regione Piemonte: il Consiglio approva la riforma degli Enti locali

Il provvedimento, messo a punto dall'assessore Elena Maccanti, riguarda 1.077 dei 1.205 Comuni piemontesi. Cota: "E' una riforma che sistema molte criticità dal punto di vista dell'assetto istituzionale e interviene in favore dell'operatività dei piccoli Comuni"

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la riforma degli Enti locali varata dalla Giunta Cota.

La legge, ideata e messa a punto dall'assessore Elena Maccanti, riguarda 1077 dei 1205 Comuni piemontesi e altro non è che un adattamento alla realtà regionale dell'obbligo imposto dalla Spending Review alla gestione associata delle funzioni fondamentali delle piccole amministrazioni.

Il Ddl riguarda la maggioranza dei Comuni piemontesi, appunto, quei 1077 che in Piemonte hanno meno di 5mila abitanti, 600 dei quali sono sotto i mille. Così il provvedimento regionale abbassa la soglia minima di 10mila abitanti che deve essere raggiunta per la gestione in forma associata, portandola a tremila abitanti per i territori di montagna e collina e a cinquemila per quelli di pianura.

Con questa riforma, le Comunità montane sono abolite, ma ci sarà la possibilità di costituire un'unione montana, per la quale non ci sarà obbligo di nominare un commissario, figura invece prevista per tutti gli altri casi.

Tra le novità introdotte dal disegno di legge, il finanziamento delle politiche per lo sviluppo della montagna, che prevede che vengano destinati a questo scopo una quota dell'Irap e una quota dei canoni idrici prodotti sul territorio.

Confermata, invece, l'esistenza dei Consorzi socio-assistenziali, così come era stato richiesto dal Partito Democratico. La riforma ha però fissato in 40mila abitanti il limite minimo di popolazione di riferimento per ciascun consorzio.

"Al centro della riforma - ha spiegato Maccanti - abbiamo messo i Comuni, ai quali abbiamo offerto un testo unico che fa chiarezza su una materia finora spalmata all'interno di almeno tre leggi finanziarie dello Stato. Saranno i nostri Comuni a scegliere con quale strumento e con chi associarsi per la gestione associata delle funzioni fondamentali".

"Dalla Giunta regionale - ha detto il capogruppo del Pd Aldo Reschigna - ci saremmo aspettati più coraggio nel dare riferimenti certi al sistema, che non è in grado di autodeterminarsi. Sarebbe servita una maggiore definizione dei criteri per le Unioni dei Comuni e riferimenti precisi agli ambiti territoriali per le politiche di sviluppo della montagna".

"Il riordino degli enti locali - ha dichiarato il governatore Roberto Cota - é una riforma che sistema molte criticità dal punto di vista dell'assetto istituzionale e interviene in favore dell'operatività soprattutto dei piccoli Comuni".

"A differenza di quanto annunciato dalla Giunta regionale - ha commentato il presidente dell'Anci Piemonte Mauro Barisone - l'entità complessiva dei finanziamenti regionali e statali per l'anno 2012 è ridotta a 112 milioni, quasi 26 in meno rispetto al 2011. L'annuncio di incrementi delle risorse destinate ai servizi per disabili e anziani non autosufficienti suona inverosimile. Al massimo si può parlare di finanziamenti diversamente distribuiti e comunque di minore entità".

"La legge sul riordino degli Enti locali - ha affermato il presidente dell'Uncem Lido Riba - è un'occasione persa. Sarebbe stato possibile un testo più efficace, con maggiore chiarezza e precisione nella trasformazione delle Comunità montane in Unioni montane".

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Regione Piemonte: il Consiglio approva la riforma degli Enti locali

NovaraToday è in caricamento