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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Regione, un miliardo di euro per l'agricoltura piemontese

Via libera dall'Europa al programma di sviluppo rurale del Piemonte, che permetterà fino al 2020 di investire 1,09 miliardi di euro, di cui 471 milioni di euro di fondi Ue e 622 di cofinanziamento nazionale

In arrivo una boccata di ossigeno per l'agricoltura piemontese. La Commissione europea ha infatti dato il via libera al nuovo programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte, che permetterà fino al 2020 di investire 1,09 miliardi di euro, di cui 471 milioni di euro di fondi Ue e 622 di cofinanziamento nazionale.

Saranno 3.900 gli imprenditori agricoli che riceveranno aiuti per l’ammodernamento delle loro aziende e 1.200 i giovani agricoltori ad ottenere un sostegno per l’insediamento iniziale e l’adeguamento strutturale delle aziende. La voce di bilancio più sostanziosa (33%) è quella destinata alla valorizzazione degli ecosistemi in agricoltura e silvicoltura, con oltre 360 milioni. Quasi un quarto delle risorse (24,7%) sarà invece indirizzato a dare più competitività e redditività alle aziende agricole, oltre che per una gestione sostenibile delle foreste, per un totale di quasi 270 milioni. Un altro 15%, cioè più di 163 milioni, va alle iniziative per inclusione sociale, riduzione della povertà e sviluppo economico nelle zone rurali, mentre quasi 163 milioni è il budget per attività mirate all'organizzazione della filiera alimentare, incluse la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi.

"Ogni euro investito genera un indotto 20 volte superiore - ha spiegato l'assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero - sia a monte che a valle delle imprese agricole. Il programma è incentrato prioritariamente sull’ambiente, al quale è riservato il 40% delle risorse, e non sarà possibile dare aiuti specifici né al settore del latte né ad altri, perché questo non è previsto".

"Il nuovo Psr sarà importante per i comparti che hanno bisogno di rafforzarsi strutturalmente - ha aggiunto Ferrero - con sinergie tra produttori e trasformatori e un nuovo rapporto con la grande distribuzione. Ma sarà anche fondamentale costruire una comunicazione sul cibo nuova e più moderna, che non sia generalista, che faccia distinzione tra cibo di qualità e cibo di massa, perché senza quel tipo di comunicazione non usciremo dalle nostre difficoltà. Il caso della carne deve insegnarci molto a questo proposito".

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