Zona franca in Val Susa? Il Governo si assoggetta ai ricatti dei No Tav
L'On. Daniele Galli lancia un appello alle forze politiche ed economiche novaresi affinché inducano unitamente il Governo a promuovere la zona franca nella sede geografica ed economica ideale, ovvero il territorio novarese
Sulla fattibilità della Zona franca a Novara c’è l’impegno del precedente Governo, mentre quello attuale sembra assoggettarsi ai ricatti e alla logica dei violenti No Tav e ruba la zona franca alla sua sede naturale, che è l'incrocio delle grandi infrastrutture viarie, autostradali e ferroviarie che incidono sul territorio del Piemonte orientale, in particolare sull'area novarese.
Territorio che già è dotato di quelle infrastrutture basilari di logistica avanzata e di strutturazione industriale su cui si può innestare con successo una zona franca che sia di reale contributo all’economia nazionale, e non solo una regalia come si connota l’attuale scelta di Governo: garantire forse poche centinaia di posti di lavoro che si devono realizzare in altra forma e perdere l’opportunità di crearne migliaia di nuovi.
Non dimentichiamo che il completamento funzionale del sistema di trasporto ferro/gomma con l’interazione con il trasporto aereo merci data dalla contiguità dell’aeroporto di Malpensa, con inoltre la distanza ideale per la prima movimentazione dal porto di Genova e dall’area metropolitana milanese come punto di distribuzione, sono le condizioni ideali anche per le indicazioni comunitarie per l'insediamento di una Zona Franca che dia concreta possibilità di sviluppo non solo commerciale ma in ambito di insediamenti produttivi, quindi di consolidamento economico ad un'area che ha dato moltissimo al sistema paese, non solo fiscalmente ma anche come esempio di distretti industriali e di settori agricoli fortemente attivi, nonché nell'ambito della ricerca ai massimi livelli.