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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Novara, al Maggiore al via il corso di Medicina narrativa

In collaborazione con la Regione Piemonte

Da lunedì 15 maggio inizia il percorso formativo di Medicina narrativa per i professionisti dell'ospedale Maggiore della Carità di Novara. Si tratra del primo appuntamento dell’iniziativa, di carattere laboratoriale, che rappresenta un’azione principale del primo progetto in Italia finalizzato a validare l’efficacia della Medicina narrativae a valutarne l’impatto nella pratica clinica, nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla relazione tra operatore di cura e persona assistita.

Si chiama Name ed è portato avanti dalla Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN) insieme alla Regione Piemonte e alla società di consulenza manageriale Apertamente, per sviluppare tra i dipendenti delle aziende sanitarie e ospedaliere la formazione sulla Medicina narrativa che, è dimostrato, aiuta a ridurre il conflitto tra sanitari e pazienti. L’Istituto di management della scuola superiore Sant'Anna di Pisa sarà a fianco di SIMeN durante tutto il percorso con lo scopo di validare dal punto di vista scientifico i risultati intermedi e finali. La Medicina Narrativa fa riferimento alla capacità, propria di ogni individuo, di raccontare se stesso agli altri, declinata nello specifico in riferimento alla propria storia di malattia, nel contesto del rapporto medico-paziente, al fine di ricondurre la cura a un approccio olistico.

Questo innovativo progetto, avviato da SIMeN attraverso il Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI) della Regione Piemonte, si svilupperà in quattro città: oltre a Novara, Torino, Alessandria e Cuneo. In tutte queste realtà, partendo appunto dall’ospedale Maggiore della Carità di Novara, vengono allestiti altrettanti "laboratori narrativi" a cui è prevista la partecipazione di molti professionisti della sanità: una platea qualificata, multidisciplinare e motivata a raggiungere importanti obiettivi. Oltre allo sviluppo della formazione sulla Medicina narrativa, verranno individuati e verificati specifici indicatori come la rivisitazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), l'aderenza alle terapie da parte dei pazienti e, appunto, la riduzione del conflitto tra sanitari e pazienti.

Il processo attivato nella Regione Piemonte entra quindi nella sua fase operativa, dopo alcuni passaggi di carattere più logistico e organizzativo. Intanto era stata formalizzata la partnership tra SIMeN e Regione Piemonte, tramite DAIRI, per sviluppare un progetto formativo accreditato ECM sulla Medicina Narrativa. Un focus group che si è svolto lo scorso 16 febbraio nella sede dell’Assessorato alla Sanità a Torino, ha poi permesso di definire gli indicatori più adeguati e di mettere a punto una Cabina di regia composta dai referenti delle Aziende sanitarie. Il 7 marzo, sempre in Assessorato, c’è stata la presentazione ufficiale delle attività, mentre a partire da questo mese di maggio 2023 e fino ad aprile 2024 sono previste 6 sessioni formative di tipo laboratoriale per tutti i sanitari che avranno aderito. In tal modo ogni operatore seguirà 24 ore di didattica.

Alla formazione prenderanno parte professionalità diverse: medici specialisti (neurologi, ematologi, oncologi, chirurghi generali etc), infermieri, farmacisti ospedalieri, personale delle Direzioni generali e sanitarie. È prevista, successivamente, l’analisi degli indicatori individuati per misurare l’impatto della medicina narrativa nella formazione e nella pratica clinica. Una fase, quest’ultima che sarà condotta da SIMeN in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa.

In base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità con il termine di medicina narrativa si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo terapeutico-assistenziale. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso personalizzato (storia di cura). Curare la malattia e curare la persona che vive l’esperienza della malattia sono due cose ben diverse. Il paradigma deve cambiare e la medicina narrativa nasce proprio dal riconoscimento di un’esigenza comune tra i professionisti della salute e le persone che si trovano ad affrontare un’esperienza di malattia.

Con l’empatia e con le abilità di comunicazione, che possono essere insegnate da esperti e quindi apprese da tutti i sanitari, è possibile migliorare entrambe le parti della relazione.

Il progetto con Regione Piemonte permetterà, infatti, di agire in maniera positiva sia sul paziente (miglioramento degli esiti della relazione, gradimento dell’esperienza e dei servizi, minore conflittualità) che sull’operatore sanitario (gestione di situazioni di burn out, miglioramento della capacità di ascolto e di diagnosi, comunicazione e relazione)”.

Da sottolineare anche il contributo non condizionante al progetto delle aziende Sobi e Orion Pharma.

L’auspicio, sia di SIMeN che delle Istituzioni è che il progetto NAME Piemonte, che diventi buona pratica di cura e di governance in sanità e che la metodologia narrativa possa essere a servizio di tutti i cittadini piemontesi. 

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