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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Area 77, le risaie della Bassa Novarese diventano rappresentazioni artistiche

L'arte di risaia tipica del Giappone torna a stupire nelle campagne novaresi, sulla "Route 77"

Torna per il quarto anno consecutivo la “Tanbo Art” (dal giapponese: arte di risaia) italiana, un appuntamento ormai noto e atteso ogni estate anche al di fuori del settore agricolo, perché sempre più accessibile e visibile da turisti e passanti nelle campagne della Bassa Novarese (l'area interessata è quella tra i comuni di Tornaco, Vespolate, Borgolavezzaro, Garbagna, Nibbiola e Terdobbiate).
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Questa strada vuole essere il primo embrione della “Route 77”, un percorso turistico, artistico e gastronomico per scoprire le particolarità e bellezze di questo territorio e di questa storica varietà di riso sempre più apprezzata nelle cucine di appassionati e chef.

Diversi volontari si occupano della semina, della cura e della monda dei disegni, che richiedono una costante manutenzione. Il percorso ha lo scopo di condividere questa forma d’arte con il territorio e farne un elemento di valorizzazione e distinzione, creando momenti di aggregazione culturale e sociale. Ad
ulteriore dimostrazione dell'impegno di questa comunità di risicoltori, la strada campestre che collega Tornaco a Vignarello ospita anche la mondina gigante che già aveva fatto capolino nelle campagne lo scorso anno ed i “77” di paglia giganti, che già erano stati esposti nel comune di Terdobbiate per le festività natalizie.

Quest'anno sono due le rappresentazioni realizzate dai volontari dell'Area 77:

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30 x 30 metri di risaia sulla strada campestre che collega Tornaco alla sua frazione Vignarello, nella piana di Silvio Nai Oleari, uno dei custodi della storica varietà di riso. Il disegno rappresenta la chiocciola di Slow Food modificata con i “77” della varietà di riso.
Si tratta di un tributo a Slow Food per avere accolto il gruppo di risicoltori della Bassa Novarese fra le sue Comunità. La strada campestre è molto frequentata da ciclisti, podisti e famiglie, e per questo anche quest'anno il disegno è progettato in modo da essere facilmente apprezzabile da terra. Inoltre, sul posto, grazie al supporto del Comune di Tornaco, sono collocati una panchina ed un pannello informativo.

E.T.77nel quarantesimo anno dall'uscita del film “E.T. L'Extraterrestre”, la cascina Caccia di Borgolavezzaro, grazie al supporto della famiglia Cremona, anch'essa parte della Comunità, ospita la rappresentazione più iconica del famoso film, pietra miliare del cinema pop. Anche quest'opera misura 30x30 metri, ma è visibile unicamente dal cielo, mediante l'ausilio di droni aerei.

Il gruppo di risicoltori novaresi è stato il primo in Italia a tentare con successo la realizzazione di queste opere d'arte temporanea, molto famose in Estremo Oriente; il primo esperimento è del 2019 con la riproduzione del logo della storica varietà Razza77. E' del 2020 invece l'opera “Italia77” che riproduceva l'italico stivale, mentre il 2021 è stato l'anno di “Dante77” e dell'omaggio all'Agenzia Turistica Locale Novarese. Le opere sono per loro stessa natura mutevoli e temporanee, poiché seguono il ciclo del riso e verranno mietute tra i mesi di Settembre ed Ottobre.

Il Razza77 è una varietà storica di riso italiano da risotto, selezionato a Bologna nel 1941. Questa varietà ha rappresentato un riferimento per l'Italia fra gli anni 50 e 70 del Novecento, prima di essere abbandonata ed uscire definitivamente dall’elenco delle varietà nazionali nel 1978 per via della scarsa resa produttiva. La varietà è stata recuperata nella Bassa Novarese a partire dal 2014 ad opera di un gruppo di appassionati risicoltori (Nai Oleari, Bernascone e Rizzotti) unitisi successivamente nella Società Agricola Risicultori di Razza. Dal 2018 il Razza77 è stato dapprima riconosciuto come varietà storica da conservazione dal Mipaaft; successivamente è stato annoverato tra i prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Piemonte (PAT). Nel 2020 infine, il Razza77 è entrato a far parte dell’Arca del Gusto della Fondazione Slow Food in qualità di prodotto della bassa novarese da preservare, ad argine dell’erosione genetica e a tutela della biodiversità agroalimentare.

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