Il giornalista Luigi Grassia ospite dei Lions Novara Ticino
Una serata di grande cultura internazionale, di riflessioni, “alcune semi-serie” come dal titolo del 10 meeting dell’Anno Lionistico 2019/2020, accanto al giornalista Luigi Grassia, novarese, firma autorevole de La Stampa. Un uomo poliedrico che ha saputo sapientemente unire la grande professionalità del suo lavoro ad una sapiente ricerca storica e filologica di un mondo forse dimenticato, forse mai del tutto scoperto, della frontiera dell’Ovest americano. Giornalista de “La Stampa” dove si occupa di affari esteri, economia, scienze e cultura. Autore di servizi da settantacinque paesi (fra cui reportage sulla Somalia in guerra, le due Coree, le terre dei Sioux e i lanci spaziali da Cape Canaveral e da Kourou in Guyana) ha intervistato personalità come Henry Kissinger, l’ex segretario dell’Onu Kofi Annan, lo storico Arthur Schlesinger, Indro Montanelli e i premi Nobel per l’Economia Amartya Sen e Paul Krugman. Fra i suoi libri c’è un’autobiografia giornalistica ironica, In mongolfiera contro un albero (con prefazione di Massimo Gramellini). Per scrivere la storia di Beltrami ha svolto ricerche in Italia e negli Stati Uniti, trovando numerosi documenti inediti. È cittadino onorario del Texas. Il Presidente Lions Novara Ticino, Dott. Marco Franzini, ha presentato ai soci il lavoro di Grassia, sottolineandone la valenza internazionale, la riscoperta di un mondo, il “Selvaggio West” in cui si ritrovano moltissimi italiani, sconosciuti sino ad ora e ritrovati nelle loro particolarità di vite grazie alla ricerca effettuata per la stesura del libro “Gli italiani alla conquista del West”. Luigi Grassia ha individuato tre personaggi, riscoprendo le tracce delle loro esistenze attraverso un viaggio minuzioso e capillare, nonché orografico, nel continente americano. “Siamo davanti a figure che sono state le prime generazioni a raccogliere il bestiame allo stato brado, figure sospese tra cowboy e ladri di bestiame.” Un mondo che i cineasti di Hollywood degli anni ’50 del XX secolo faranno loro, con tematiche e motivazioni ben diverse. Serata di altissimo livello internazionale, dicevamo, per la grande conoscenza di Luigi Grassia della politica internazionale, con un’ampia discussione e partecipazione sulla politica statunitense. Grassia, con il suo privilegiato punto di vista, ha documentato l’interesse che la classe media operaia statunitense dedica a Trump, conseguenza del sentirsi traditi da un partito democratico che nella globalizzazione (almeno statunitense) si è ritrovata perdente rispetto all’economia del Paese stesso di appartenenza.