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Novara, gestione illecita di rifiuti

Sequestrati due terreni, 4.500 metri cubi di ghiaia scavata e venduta abusivamente, 15.000 metri cubi di rifiuti tra cui terra e roccia, un autocarro e un impianto di lavorazione della ghiaia

Otto indagati per gestione illecita e trasporto abusivo di rifiuti. Lo ha reso noto il Corpo forestale dello Stato. Il sequestro di due terreni nel novarese, uno a Prato Sesia e uno a Barengo, 4.500 metri cubi di ghiaia scavata e venduta abusivamente, 15.000 metri cubi di rifiuti tra cui terra e roccia, di un autocarro e di un impianto di lavorazione della ghiaia: sono questi i risultati di due operazioni condotte dal Comando Stazione Forestale di Carpignano Sesia che delineano il territorio di Romagnano Sesia come uno dei punti di snodo principali dei traffici illeciti collegati con le attività di movimento terre e il relativo trattamento dei rifiuti. Secondo la Forestale è proprio a Romagnano Sesia, infatti, che si trova l'impianto di lavorazione e trattamento della ghiaia dove le terre provenienti dai due terreni sequestrati venivano indirizzate per consentire un'operazione di "pulitura" e certificarne, una volta conclusa la lavorazione, l'idoneità come materiale inerte da immettere nel mercato lecito delle terre. Nella prima operazione, svolta a fine agosto, sono state denunciate quattro persone, indagate a vario titolo per gestione illecita e trasporto abusivo di rifiuti, abuso edilizio in zona agricola e sottoposta a tutela (ricadente nella fascia di rispetto di 150 metri dal fiume Sesia), fatturazione falsa e falso in atto pubblico. L'obiettivo era l'apertura di una cava abusiva a Prato Sesia. Ad occuparsi della individuazione dell'area è stata la società di scavi movimento e trasporto terra che non ha intrapreso scavi su alcuni terreni di sua proprietà e anche su terreni confinanti, ma di proprietà di altri. Per questo sono stati contestati anche i reati di furto aggravato, danneggiamento e invasione di terreni. La ghiaia abusivamente prelevata era poi venduta ad un impianto di lavorazione a Romagnano Sesia. Sono ancora in corso le indagini mentre è finita sotto sequestro l'area di provenienza di quei terreni e un grosso autocarro utilizzato per il trasporto dei materiali. Il sequestro è stato disposto dal Tribunale della Libertà di Novara. La seconda operazione si è svolta a Barengo: qui le indagini sono scattate a ottobre e hanno portato alla denuncia di altre quattro persone per i reati di gestione illecita e trasporto abusivo di rifiuti. Sequestrato un autocarro e l'intero impianto di lavorazione di ghiaia che si trova a Romagnano. Il meccanismo, secondo gli investigatori, era questo: una società novarese acquistava legalmente il materiale che era stato stoccato in maniera lecita nella Cascina Pomponio a Barengo dalla società proprietaria della cascina stessa. Il materiale in questione era infatti considerato, secondo le norme vigenti, rifiuto. Dalla Cascina, quindi, i rifiuti uscivano lecitamente: era poi nel passaggio all'impianto di Romagnano che, secondo la Forestale, veniva alterato il loro codice identificativo. Invece che essere trattati come rifiuti da impianti autorizzati erano spediti a Romagnano, nell'impianto specializzato nella lavorazione della ghiaia e non autorizzato quindi al recupero di rifiuti. Anche in questo caso, il passaggio a Romagnano Sesia consentiva il trattamento di "lavaggio" delle terre e rocce considerate rifiuti come se si trattasse di materiali inerti. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato il sequestro richiesto dal Pubblico Ministero. Le due indagini sono ancora aperte per individuare eventuali altri responsabili e soprattutto per avviare le operazioni di bonifica dei siti posti sotto sequestro. Illeciti penali e anche amministrativi: il non rispetto delle norme, infatti, genera un ingiusto profitto per le società coinvolte e il mancato introito delle "royalties" per Comune e Regione.

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