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Lettera aperta alla tifoseria e alla cittadinanza novarese

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Con questa lettera vogliamo dimostrare che anche una tifoseria ultras può chiedere giustizia.

Questa volta, come tante altre, quella che voi chiamate giustizia si è rivelata essere una condanna nei confronti delle persone sbagliate. Direte voi: "chi decide cosa è giusto e cosa sbagliato?". Di certo non saremo noi a deciderlo ma nessuno potrà impedirci di dissentire da episodi che ci vedono protagonisti.
Veniamo condannati ed alcuni in particolare ancora di più, per fatti, magari commessi, magari no, ma di certo le prove in possesso di chissà chi, dimostrano che l'ultras è sempre ed il solo ad essere colpevole. Poco importa se noi possiamo dimostrare il contrario, nessuno verrà mai a chiedercelo e, peggio ancora, nessuno vorrà mai sapere la nostra versione.

Chi vi scrive è il direttivo di Curva Nord Novara, a rappresentanza di tutta la tifoseria novarese, non che presenti il giorno che due di noi, secondo le leggi attuali, sono diventati criminali, delinquenti e soggetti pericolosi. E chi lo ha deciso e soprattutto su che basi? Ma come dicevamo, eravamo presenti quel giorno e se volete la fredda cronaca, ne sappiamo più di molti altri. Incominciamo a parlare del personale addetto alla sicurezza stadio assolutamente impreparato ad una partita del campionato di Lega Pro.

Tessere del tifoso non richieste, biglietti non nominali, tornelli tipo parco giochi, nessuna perquisizione all'ingresso. Comunque, nonostante ciò, non si registra alcun problema a livello di tifoserie se non i soliti normali sfottò.

Ad un certo punto il portiere del Monza decide di diventare il protagonista della prima partita di campionato lanciandoci una bottiglietta d'acqua e facendo gesti di scherno nei nostri confronti, attirando a se l'ira dell'intera tifoseria ospite che si limitava a cori verso di lui come succede in ogni stadio.
La sua insistenza nell'offenderci portava alcuni di noi in prossimità del cancello di delimitazione curva-campo e a smuoverlo abbastanza energicamente senza, comunque, alcuna possibilità che il cancello si aprisse.

Ecco l'inadeguatezza del personale sicurezza stadio: quando ormai la situazione di agitazione, durata comunque pochissimi minuti, si era placata, uno steward ha ben pensato di urtare volontariamente un tifoso ospite, che, vistosi affrontato direttamente, si è limitato a spingerlo via portando alla reazione tutta la tifoseria che aveva assistito al sopra citato episodio. Parecchi quesiti ci sorgono spontanei; con quale criterio vengono scelti gli steward? Chi decide chi è adatto e chi no? E soprattutto perché questo eroe ha voluto affrontare la situazione da solo? Gli è stato ordinato? Da chi? Magari è lui il responsabile di tutto ciò? Come mai i colpevoli sono sempre gli stessi e chi deve controllare, controlla solo a metà? Chiediamo che si smetta di avere sempre un colpevole, magari quello sbagliato; chiediamo come mai gli ultras, al giorno d'oggi, vengono ritenuti e trattati come i peggiori criminali e chi invece delinque beneficia di una giustizia inesistente.

Ma la cosa che ci preoccupa di più, non è il comportamento del portiere vista la sua giovane età, bensì le dichiarazioni di un presidente che nasconde e giustifica tali gesti. Si lamenta e dice che prenderà provvedimenti per la difesa del suo dipendente; noi gli rispondiamo di venire tranquillamente a Novara perché da noi troverà una tifoseria seria, dei giocatori seri e soprattutto una società seria, che non avrebbe mai permesso una cosa del genere ad un suo dipendente. Capiamo il perché a Monza c'è uno stadio perennemente vuoto.

Concludiamo dicendo che tante volte per educare si tende a rovinare le brave persone ed in questi casi ci riescono benissimo. E la cosa preoccupante è che è tutto volontario. 
E' normale che non tutti saranno d'accordo con questo nostro scritto, ma è giusto che tutti sappiano, che in un caso del genere noi avremmo difeso chiunque, perché è evidente la leggerezza con la quale si è provveduto a condannare.

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