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Verbano Cusio Ossola

Verbania, poliziotti aggrediti e feriti in carcere da un detenuto: la denuncia del sindacato

A raccontare l'episodio avvenuto martedì 10 ottobre è il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria

Poliziotti aggrediti e feriti in carcere da un detenuto a Verbania, è questa la denuncia fatta dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria in merito a un episodio verificatosi nella casa circondariale di Verbania. 

“Nel pomeriggio di ieri (martedì 10 ottobre, ndr) un detenuto con problemi psichiatrici si è scagliato improvvisamente e con violenza contro cinque appartenenti alla polizia penitenziaria, procurando ferite per le quali l’ospedale civile ha dato loro diversi giorni di prognosi. Un elogio ai colleghi che lavorano nell'istituto di Verbania e in particolare a coloro che sono stati vittime di questo episodio, che hanno comunque scongiurato il peggio, - ha detto Donato Capece, il segretario generale del sindacato - è l'ennesima aggressione da parte di detenuti con problemi psichici nei confronti degli appartenenti alla polizia penitenziaria, ancora una volta sottovalutata dall'amministrazione penitenziaria che da scarsa attenzione sulla difficile gestione di detenuti con problemi psichiatrici all'interno delle strutture penitenziarie, la stessa divenuta sempre più difficile da affrontare”.

E continua: “Il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal Capo del Dap Renoldi, - continua - la situazione delle carceri del Piemonte e italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma i vertici del Ministero della Giustizia e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria fanno solo chiacchiere e la polizia penitenziaria continua a restarne sprovvisto”.

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