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"I malati di coronavirus potrebbero essere curati a casa, ma non ci sono i farmaci". Il racconto di un medico di base novarese

"La speranza è di poter somministrare farmaci che funzionano sul Covid-19 prima che i pazienti si aggravino e debbano andare in ospedale"

Curare a casa i malati di coronavirus prima che si aggravino e debbano andare in ospedale. Sono tanti i medici di base che in questi giorni stanno chiedendo di avere accesso all'idrossiclorochina, il farmaco utilizzato per curare l'artrite reumatoide che sta dando buoni risultati sulle polmoniti causate dal Covid-19.

Il medico di famiglia infatti è sempre il primo contatto per chi si ammala: in caso di sintomi, come tosse o febbre, il paziente avverte il suo medico. "Ma noi possiamo fare ben poco - ci racconta un medico generico - perchè è complicato anche solo fare la diagnosi. Innanzitutto non possiamo andare a domicilio a visitare il paziente, perchè non abbiamo dispositivi di protezione adeguati. Ci teniamo in contatto per telefono, sperando che non peggiori: non possiamo nemmeno chiedere che venga fatto un tampone nei casi che sono sospetti, perchè il tampone non viene fatto. L'unico modo per avere un riscontro di positività al coronavirus è che il paziente sintomatico sia stato a stretto contatto con un caso positivo, allora viene eseguito il tampone, oppure che venga ricoverato in ospedale, ma in quel caso la situazione è già molto grave. I tamponi non vengono fatti nemmeno a noi medici".

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"Ci sono evidenze che la idrossiclorochina, un farmaco che normalmente prescriviamo a chi soffre di artrite reumatoide, possa portare benefici a chi ha i primi sintomi e dispnea, ma è praticamente impossibile darlo ai pazienti. Se ho un paziente che ha febbre, tosse e difficoltà a respirare potrei fargli assumere l'idrossiclorochina prima che si aggravi, in modo che non debba poi essere ricoverato. Il problema è che nelle farmacie è ormai introvabile perchè le scorte sono state fornite agli ospedali". 

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L'idrossiclorochina, commercializzata con il nome di Plaquenil, è un farmaco che viene comunemente utilizzato nel trattamento artrite reumatoide e del lupus eritematoso sistemico e deriva dalla clorochina, utilizzata per la prevenzione e nel trattamento della malaria. Visti i buoni risultati ottenuti su alcuni pazienti con questi due farmaci, la commissione tecnico scientifica di AIFA ha espresso parere favorevole in merito all’uso off label, cioè non secondo le indicazioni terapeutiche del farmaco, della clorochina e dell'idrossiclorochina per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2.

Questo significa che i medici di base possono prescriverlo. "Ma è introvabile" ci spiega il medico novarese. "So che in questi giorni sono stati attivati gli Usca, le unità speciali di continuità assistenzale, che dovrebbero finalmente occuparsi a domicilio dei pazienzi positivi o sospetti e, tramite loro, il farmaco dovrebbe essere somministrato in alcuni casi che presentano sintomatologie specifiche. Per ora non abbiamo certezze, ma speriamo presto di poterlo prescrivere e somministrare. É frustrante per un medico stare a guardare senza poter fare nulla per i pazienti: ci sentiamo una schiera di soldati mandati in guerra e armati solo di una fionda". 

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