A Novara torna "Una vita da social", la campagna educativa itinerante della polizia
Venerdì 11 febbraio a Novara torna, in presenza, l'appuntamento con "Una vita da social", la campagna educativa itinerante realizzata dalla polizia di Stato nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito del progetto "Generazioni Connesse".
Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni che, nel corso delle precedenti edizioni, ha raccolto un grande consenso: gli operatori della polizia postale e delle comunicazioni hanno incontrato oltre 2 milioni e mezzo di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 220mila genitori, 125mila insegnanti per un totale di 18.500 Istituti scolastici e oltre 350 città sul territorio, una pagina Facebook con 132mila like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.
Ancora una volta la polizia di Stato scende in campo al fianco dei ragazzi per un solo grande obiettivo: "fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più vittime".
L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della "parola". Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.
Da Bologna a Torino, attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula didattica multimediale, gli operatori della polizia postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.
A Novara l'appuntamento è dalle 9 alle 13 in piazza della Repubblica; parteciperanno gli istituti scolastici della città: Iis Bellini, liceo scientifico Antonelli, Ic Duca d'Aosta, istituto Mossotti, Iis Nervi e istituto Immacolata. Alle 11 è inoltre previsto un momento con le autorità con un intervento del questore di Novara.
Dalla ricerca di Skuola.net per "Una Vita da Social" emerge che 1 ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso. Sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne uno oltre a quello "ufficiale", mentre il 5% è presente ma solo con un fake. Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%). Non manca tuttavia uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i like. Per 1 su 3, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca mi piace sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la guerra dei like si costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like). Mentre sono ancora meno (48%) quelli che non ricorrono mai al like tattico, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.