Teatro: al Coccia in scena "L'inganno felice" e "Cavilli ovvero l'infelice inganno"
La programmazione d'Opera della stagione 2023 del Teatro Coccia prosegue venerdì 20 e domenica 22 ottobre con una doppia rappresentazione frutto del progetto Dna Italia: l'opera di Gioachino Rossini "L'inganno felice", preceduta dalla nuova composizione in prima mondiale a firma di Federico Biscione, "Cavilli ovvero l'infelice inganno".
Il progetto ideato dalla Fondazione Teatro Coccia di Novara porta in palcoscenico giovani provenienti da ogni parte del mondo, con un format tutto Italiano: l'opera buffa nel segno di Rossini. Si parte dalla produzione delle cinque farse rossiniane: "La cambiale di matrimonio", "L'occasione fa il ladro", "L'inganno felice" (per l'appunto), "La pietra del paragone", "Il Signor Bruschino", prodotte una all'anno per attivare tutte le professioni che gravitano attorno al teatro d'opera: cantanti, maestro collaboratori, registi, macchinisti, sarte e costumisti. Tutti in palcoscenico per crescere sotto l'occhio attento di grandi professionisti del settore.
Nulla è più internazionale dell'opera lirica italiana, riconosciuta e cantata in tutto il mondo, da cantanti di ogni nazionalità. La farsa rossiniana e la figura di Rossini sono un tale valore nel patrimonio nazionale che non solo meritano di essere portate in scena, ma per la loro matrice, tramandate e rivitalizzate. A rafforzare l’idea che l’opera buffa abbia ancora oggi una grande forza comunicativa e che sia ancora un linguaggio attualissimo, ogni anno viene commissionata dal Teatro Coccia una nuova opera buffa a compositore, messa in scena prima della farsa rossiniana in serata unica, con lo stesso cast, lo stesso organico orchestrale e con una connessione logica alla farsa che segue nella drammaturgia.
Nel 2023 va in scena "Cavilli ovvero l'infelice inganno" di Federico Biscione, che firma anche il libretto, da un'idea di Stefano Simone Pintor, la regia è di Matteo Anselmi, scene di Matteo Capobianco, costumi di Silvia Lumes, luci Ivan Pastrovicchio, la direzione d'Orchestra di Luciano Acocella, Orchestra Classica di Alessandria. Il cast dei cantanti è selezionato all’interno del giovani allievi del corso di RossiniLab - nato in seno al Conservatorio Cantelli di Novara sotto la guida del docente coordinatore Giovanni Botta - come interpreti, in collaborazione con l'Accademia dei Mestieri dell'Opera del Teatro Coccia - Amo. In scena Lorenzo Liberali interpreta il ruolo di Ormondo nell'opera di Rossini e di Giovanni Barra in quella di Biscione, Barbara Massaro è Isabella nell'Inganno felice e Bruna Praticò in Cavilli, Bryan Sala è Batone in Rossini e Tino Cicchetti in Biscione, Tarabotto dell'Inganno felice è interpretato da Ranyi Jiang, che sarà il Signor Sampietro in Cavilli ovvero l'infelice inganno. Accanto a questi spicca la voce di un grande interprete quale Chuan Wang che è Bertrando in Rossini e Vittorio Di Giuseppe in Biscione.
Cosa racconta "Cavilli ovvero l'infelice inganno"?
All'Istituto Mondiale della Previdenza Sociale (Imps) opera un ufficio dedicato alla risoluzione di tutte le (molte) pratiche che per un motivo o per un altro si sono inceppate, incagliate, o perdute. Questo ufficio, che è per molti l'ultima spiaggia per ottenere ad esempio una pensione, o un assegno di invalidità ingiustamente negati, è affidato a un'impiegata che per puro sadismo si diverte a bocciare pretestuosamente qualsiasi istanza. Già molte sono le sue vittime, quando un sindacalista (di lei innamorato), approfittando delle proprie conoscenze e sperando di farle cosa gradita, le procura un prepensionamento d'oro con effetto istantaneo. Visto che l'ufficio era per lei l'unica ragione di vita, e quasi sotto choc per la tremenda notizia, l'impiegata si ritrova poco dopo a vagare in strada, dove un clochard ubriaco la riconosce, e in quanto causa della rovina della propria vita le si avventa contro brandendo un coltellaccio. Un attimo prima che il proposito omicida si compia, un fulmine prende in pieno l'impiegata. Nella sala d'aspetto presso lo sportello Uau (Ufficio Accesso Ultraterreno) entra l'impiegata (tutta bruciacchiata), e vi trova il sindacalista (che ha un coltello nella schiena). Sopraggiunge poi lo straccione (sul cui abito si riconoscono impronte di pneumatici), che, come racconta, dopo il fulmine ha scaricato la propria furia omicida sul primo che gli capitasse, e riconosce il proprio coltello conficcato nella schiena del sindacalista. L’ultima cosa che ricorda, in seguito, è che stava attraversando una strada… Si apre lo sportello Uau, e compare il titolare, sig. Sampietro: promette a tutti una pratica sicura, pulita, semplice, niente moduli da riempire ecc. Ma al momento di concludere, ognuno dei convenuti si rifiuta di firmare, e a turno cominciano a tirar fuori rivendicazioni e lamentele per le varie ingiustizie subite in vita, delle quali pretendono soddisfazione… Si aggiunge da buon ultimo anche l'uomo che l'Imps aveva dichiarato morto anzitempo (che apprendiamo essere l'investitore del clochard): sostanzialmente a nessuno va giù il fatto puro e semplice di non essere più in vita, e con la scusa della propria iniqua sorte ognuno si rifiuta di firmare la pratica Uau. Ne scaturisce una bagarre sempre più insostenibile, al termine della quale il sig. Sampietro, dopo aver inutilmente cercato di sedare gli animi, si impone su tutti e al colmo della sopportazione dichiara che chiuderà l'ufficio. Ma una voce soprannaturale zittisce tutti con un tremendo ululìo, parlando una lingua incomprensibile di sole vocali. Terminata la "comunicazione", il sig. Sampietro (l'unico che abbia potuto decifrarla) dichiara tristemente che non gli è consentita pensione, né ferie tantomeno, per l'eternità. Riprendendo dunque il suo aplomb, e incurante della baldoria degli astanti (contenti per lo smacco da lui patito), Sampietro ritorna dietro la scrivania e riprende le pratiche, ma stavolta respingendole soddisfatto una ad una, con un timbro: i convenuti, nonostante le proteste, vengono tutti rispediti indietro per un altro giro in quell'inferno chiamato "mondo".
Biglietti dai 16 ai 30 euro in vendita sul sito del teatro www.fondazioneteatrococcia.it e presso la biglietteria del Teatro. Per gli abbonati alla stagione Opera e Danza 2023 biglietti a 10 euro.
La stagione 2023 del Teatro Coccia è realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara, Fondazione DeAgostini, Fondazione Cariplo, Fondazione Crt, Fondazione Compagnia di San Paolo, Mirato, Techbau (sponsor dell’Accademia Amo). In collaborazione con Atl - Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale Provincia di Novara, Novara Dance Experience e la partnership di Conservatorio Guido Cantelli, RossiniLab-Cantelli, Stm- Scuola del Teatro Musicale,