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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"La moglie segue il marito nella buona e nella cattiva sorte"

Carlo Migliavacca, commenta a caldo, l'espulsione di Isabella Arnoldi dal partito della Lega Nord, ripercorrendo tutta la vicenda

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

La moglie segue il marito nella buona e nella cattiva sorte”.

Il 13 marzo 2013, a proposito dell’espulsione di Beppe Cortese dalla Lega Nord, avevo scritto: Ricordare per capire - Chiamiamola Evoluzione!

C’era una volta un giornale, a Novara, di area Socialista di nome “Tribuna novarese”, il cui direttore era Giuseppe Cortese. Ebbene, questo direttore non perdeva mai occasione per lanciare siluri contro la Lega Nord, specialmente novarese, e contro l’amministrazione monocolore leghista Merusi che aveva “conquistato” il Comune di Novara. Le critiche e i commenti erano al fulmicotone, non risparmiando nessuno. Il caso più eclatante, raggiungendo l’apice degli attacchi, avvenne nel giugno del 1995 con lo scoppio della grana riferita al blocco della revisione del Piano regolatore di Novara e a tutta la querelle scaturita che aveva portato alle dimissioni e all’espulsione dell’allora assessore all’Urbanistica ing. Patrizia Trombi, la quale si era rifiutata di firmare la documentazione (riferita al P.R.G.) da portare in Consiglio comunale per l’approvazione in quanto confezionata a sua insaputa; i titoli a piena pagina contro la Lega Nord novarese e l’amministrazione Merusi erano taglienti, del tipo: “Le mani della Giunta sulla città”. Gli articoli erano firmati da Fabio Carisio, Isabella Arnoldi ed anche da Giuseppe Cortese. Erano botte da orbi! Fui io stesso a segnalare alla Digos, corredando con la documentazione, episodi sospetti riferiti alla revisione del Piano regolatore e, quindi, persona coinvolta in quanto, per soli tre anni (dal 1993 a fine aprile 1995), avevo aderito alla Lega Nord nella convinzione che si potesse veramente cambiare volto al modo di fare politica in Italia; era il periodo in cui si parlava di federalismo.

Dal 1995 al 2001, quando già ero uscito dal Movimento dopo essermi impegnato a ripianare un ammanco di cassa di circa 7 milioni e mezzo di lire causato da altro segretario amministrativo, l’allora direttore di Tribuna Giuseppe Cortese non aveva alcuna remora a concedermi ampi spazi sul suo giornale per esternare il mio pensiero. Ricordo in modo limpido che quando andavo a consegnare i miei pezzi in Redazione, la cui sede era in Piazzale Lombardia, Cortese mi teneva aggiornato su quanto mi riguardava e mi diceva di aver ricevuto richieste da Cota e Giordano per “chiudermi la bocca” evitando di darmi spazio sul giornale da lui diretto. Al riguardo, la sua risposta era sempre quella: “Se ritenete che Migliavacca scriva stronzate, potete rispondere e io vi pubblico”; cosa mai avvenuta.

Lo si sa, quando non riesci a fermare un “nemico”, nel fatto specifico il direttore del giornale, l’unica strada percorribile è quella di adottare misure per fartelo amico: e così è avvenuto! Entrato nelle “grazie” leghiste, il direttore mi ha chiuso le porte in faccia e non mi ha più pubblicato; fu così che Giuseppe Cortese iniziò la sua escalation al fianco di Cota, Giordano e Lega Nord, trasformando Tribuna novarese da giornale “anti Lega” in giornale “pro Lega”. Chiamiamola: evoluzione!

Nel mio archivio personale conservo gelosamente ampia documentazione, perché racconta un pezzo di storia della vita “spericolata” vissuta e ogni tanto è bello l’andarla a rivisitare e confrontare con l’evolversi delle situazioni.

In questi giorni si apprende che il direttivo provinciale novarese della Lega Nord ha avviato le procedure per l’espulsione di Cortese dal partito. A grande maggioranza il direttivo ha votato per l’espulsione e ha comunicato la decisione al direttivo nazionale (Piemonte) che è competente per assumere il provvedimento. A quanto è dato sapere l’espulsione non ha nulla a che vedere con l’inchiesta che vede Cortese, con altre persone, tra gli indagati; la stessa è stata motivata dalla Lega provinciale con i continui attacchi portati da Cortese al segretario nazionale Roberto Cota e al Carroccio in generale attraverso le colonne del quotidiano “Nord ovest”.

Se venisse espulso cosa accadrebbe? Che anche la moglie di Giuseppe Cortese, Isabella Arnoldi, abbandonerebbe di certo la Lega Nord, in segno di solidarietà al marito, e il gruppo leghista in Consiglio comunale a Novara dove è ancora Capogruppo: fino a quando non si sa.

Vuoi vedere, mi sono detto, che da parte di Cortese ci sia un ravvedimento tardivo e adesso, scaricato, voglia ritornare alle origini? Già, ma quali origini?

Oggi, a differenza di quanto scritto nel precedente articolo, si apprende che anche Isabella Arnoldi, moglie di Giuseppe Cortese, è stata espulsa dalla Lega Nord e trattata come il marito. Tutto prevedibile! Il non previsto riguarda il fatto che Isabella Arnoldi non abbia fiutato l’aria e se ne sia stata lì tranquilla, come se nulla fosse successo; errore di strategìa o scelta voluta? Il prosieguo della “telenovela” ci saprà dire qualche cosa in più.

Quello che mi meraviglia e mi lascia stupito sono quegli attestati di solidarietà che piovono da tutte le parti; questi stanno a dimostrare che la storia non sia conosciuta o volutamente dimenticata; oppure anche taciuta, come avviene nel mondo politico italiano.

Mai e poi mai ho creduto che Cortese e l’Arnoldi siano stati “fulminati sulla via di Damasco”, convertendosi alle idee e ai programmi dell’Alberto da Giussano. Il calcolo dettato dall’interesse è la vera motivazione di questa “evoluzione”.

Immagino già le critiche che mi pioveranno addosso alla lettura di quanto ho scritto ma, come mia abitudine e regola, è sempre meglio essere realisti e sinceri anziché falsi e ipocriti.

Mi permetto di sottolineare, se mai ce ne fosse di bisogno, che il mio archivio cartaceo è molto ricco di materiale e documenti i quali confermano quanto espongo.

Carlo Migliavacca

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