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Cronaca

Caccia: la Regione Piemonte va verso l'eliminazione del referendum

E' stato avviato oggi, venerdì 27 aprile, l'iter che permetterà di evitare la consultazione popolare prevista per il prossimo 3 giugno. Cota: "Adesso ci vuole una legge equilibrata"

Referendum sì, referendum no.

Sembra proprio che abbia vinto il fronte che auspica all'eliminazione della consultazione popolare sulla caccia, prevista per il prossimo 3 giugno. La Regione Piemonte ha avviato oggi, venerdì 27 aprile, l'iter che permetterà di evitare il referendum, facendo risparmiare alle tasche dell'amministrazione circa 22 milioni di euro.

Il percorso da compiere è stato stabilito dalla Terza commissione del Consiglio regionale, e prevede l'abrogazione dell'attuale legge sulla caccia, con il conseguente decadimento della consultazione referendaria. A questa azione dovrà poi seguire, in tempi rapidi, la costruzione e l'approvazione di una nuova legge regionale più restrittiva e che accolga alcuni dei quesiti referendari.

In particolare, le specie cacciabili saranno ridotte da 29 a 24, mentre la caccia di domenica sarà vietata fino al 30 settembre. Resteranno, invece, valide la libertà di cacciare nelle aziende venatorie private e la possibilità di derogare il divieto di caccia sulla neve per ungulati, volpe e zona Alpi. Il nuovo disegno di legge dovrà essere realizzato entro 30 giorni, mentre l'approvazione dovrà avvenire entro i successivi 60 giorni, prima dell'avvio della nuova stagione venatoria.

"Spendere, a maggior ragione in un periodo di crisi come questo - ha commentato il governatore del Piemonte Roberto Cota - 22 milioni di euro per il referendum sulla caccia sarebbe un non senso. E adesso ci vuole una legge equilibrata. La Giunta presneterà un emendamento che porterà al superamento dell'attuale legge".

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