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Cronaca

Fatture false per oltre 46 milioni di euro, nei guai una società novarese

L'operazione che ha portato alla scoperta del giro di "fatture fantasma" è stata condotta dalla Guardia di Finanza. Per il titolare dell'impresa, una denuncia per dichiarazione fraudolenta

Vasto giro di fatture false scoperto dalle Fiamme Gialle di Novara per un controvalore complessivo di oltre 46 milioni di euro.

E' questo il risultato di una articolata attività ispettiva condotta dai militari della Sezione Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Tributaria di Novara nei confronti di una società dell’alto novarese operante nel settore delle escavazioni e del movimento terra. L'impresa aveva annotato nel corso degli ultimi cinque anni fatture, sia attive che passive, in relazione ad operazioni economiche inesistenti.

Non solo, le Fiamme Gialle, effettuando mirati controlli nei confronti delle aziende risultate cartolarmente quali clienti e fornitori della società verificata, hanno acclarato che gli stessi risultavano sistematicamente "evasori totali" o "paratotali". Gli stessi erano altresì sprovvisti della potenzialità aziendale e imprenditoriale tale da consentire di realizzare gli importi indicati nelle fatturazioni.

Tutte le fatture contestate dai finanzieri sono inoltre risultate sprovviste di documenti di trasporto, lettere, comunicazioni telematiche, fax o qualsivoglia altra documentazione contabile od extracontabile comprovante l’operazione posta in essere, limitandosi a riportare una descrizione dell’oggetto della prestazione estremamente generica e sommaria.

I militari hanno quindi constatato che l’impresa in questione aveva emesso in maggior parte fatture senza addebito di Iva mentre, di contro, le fatture annotate risultavano tutte gravate dell’Imposta sul valore aggiunto. In questo modo, l’imprenditore era riuscito ad evitare l’incremento dell’Iva a debito in relazione alle fatture emesse, conseguendo viceversa la maturazione di un credito Iva nei confronti dell’Erario per l’annotazione di fatture passive con Iva.

Il 36enne titolare dell’Impresa non è stato in grado di fornire contratti stilati a fronte delle prestazioni di servizio rese e ricevute,  limitandosi a dichiarare ai finanzieri come non fosse prassi aziendale redigere contratti con clienti e/o fornitori a fronte delle prestazioni rese o ricevute, in quanto le prestazioni sarebbero state, a suo dire, concordate esclusivamente in forma verbale in relazione ad una conoscenza personale tra soggetti economici.

L’imprenditore è stato quindi segnalato al competente Ufficio Finanziario per il recupero delle somme dovute al Fisco, tra le quali emerge quella di ben 8 milioni di imposta sul valore aggiunto dovuta all’Erario.

Inoltre, il titolare della società è stato segnalato all’Autorità magistratuale in relazione ai reati di "dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti" ed emissione di fatture false.

Anche in questo caso le Fiamme Gialle proporranno all’Autorità giudiziaria l’opportunità di emettere specifico decreto di sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca"per equivalente", al fine di tutelare la pretesa erariale.

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