Tagli alla sanità: protesta del sindacato Usb all'ospedale
E' andata in scena questa mattina, giovedì 1 agosto, di fronte all'azienda ospedaliera "Maggiore della Carità", la protesta in merito ai tagli e le chiusure nel settore ospedaliero, da parte della sezione Usb cittadino
"Sanità Piemonte: tagli, chiusure, licenziamenti,...e salasso per i più poveri e deboli!".
E' intitolato così il comunicato stamapa distribuito ai cittadini dai manifestanti appartenenti alla Federazione Regionale Usb - unione sindacato di base del Piemonte.
"La giunta regionale del piemonte - contestano i manifestanti - lo scorso 5 luglio ha definito il piano di rientro del deficit accumulato, prevedendo, da subito, misure draconiane: tagli di spesa di 11millioni di euro e aumento delle entrate con aumenti dell'addizionale regionale irpoef per 49 milioni di euro. Per i disastri causati anche dal loro malgoverno e dai privilegi insieme ai cortigiani (consulenti e moltitudine di dirigenti) per niente sfiorati, hanno messo in piedi un vero bagno di sangue:
- tagli al fondo del personale di circa il 3% all'anno per i prossimi tre anni, blocco totale del turn - over con conseguenze inevitabili.
- aumento delle tariffe e del ticket per l'accesso alle prestazioni specialistiche
- Tagli stimati di circa 1100 posti letto nelle strutture per anziani e autosufficienti
- Previsione e possibilità di ulteriore chiusura dei presidi sanitari o servizi fondamentali come i D.E.A, i punti nascite..etc
- Mobilità e selvaggi licenziamenti dei tanti lavoratori precari utilizzati per colmare le tantissime e gravissime carenze e indispensabili per la tenuta delle prestazioni.
- Aumento già dal 2013 dell'addizionale Regionale Irpef a carico dei soggetti abbienti. Con meccanismo di rivisitazione del calcolo Cota &c. fa il Robin Hood alla rovescia, aumenta, già da quest'anno, il carico impositivon per i possessori dei redditi più bassi.
A fronte di tutto ciò - prosegue il comunicato - l'Usb Piemonte ha invitato lavoratori, precari, pensionati e disoccupati ad intraprendere azioni di contrasto e protesta contro queste decisioni scandalose, irresponsabili della cosa pubblica, prima che di pubblico rimanga solo il diritto ad usurparci del diritto al lavoro, alla salute e all'esistenza.