Provincia di Quadrante: i sindaci delle zone di Biella e Vercelli in protesta
Il Consiglio regionale si è riunito per discutere la proposta di riordino delle Province da inviare al Governo entro martedì 23 ottobre. Oltre 100 amministratori hanno raggiunto il capoluogo per protestare contro l'accorpamento delle province di Biella, Vercelli, Novara e Vco
Oggi è l'ultimo giorno utile per la Regione Piemonte per esprimersi riguardo il riordino delle Province piemontesi.
Il Consiglio regionale si è riunito per discutere dell'ipotesi, varata dal Consiglio delle autonomie locali, di un unico grande Ente di Quadrante, che riunisca i territori delle province di Novara, Vercelli, Biella e Vco. Per protestare contro questa possibilità hanno raggiunto il capoluogo piemontese oltre 100 sindaci dei comuni delle province di Biella e Vercelli.
Se le Province piemontesi venissero ridotte a quattro, così come voluto dal Governo Monti, resterebbero soltanto Torino, Cuneo, Alessandria con Asti, e la grande Provincia di Quadrante, che racchiuderebbe le quattro rimanenti.
Le rivendicazioni di Biella e Vercelli, però, hanno rimescolato le carte in tavola e il Consiglio regionale ha deciso di produrre un documento aperto, in cui si prevedono due soluzioni alternative: la prima con quattro province, e l'ipotesi di Quadrante, la seconda con cinque, che prevede l'unione di Biella e Vercelli e di Novara e Verbania.
Nessuna delle due alternative, tuttavia, sembra accontentare tutti. Tra i consiglieri c'è chi ha chiesto di mantenere al Provincia del Verbano Cusio Ossola, tenendo contro della sua specificità montata, chi ha presentato un emendamento a favore dell'unione di Biella e Vercelli, e chi addirittura si dichiara favorevole all'abolizione di tutti i capoluoghi di provincia.
"In questo modo - ha commentato a riguardo il presidente Roberto Cota - lo Stato scaricando sugli enti locali la tensione dell'attuale Guerra fra territori".
