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Sozzani, lettera aperta sulla sanità locale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Leggo sulle pagine dei quotidiani che non sarebbe stata nominata la commissione ministeriale per la verifica del progetto della Città della Salute che per la cronaca si attende da due anni e mezzo.

Ciò contribuisce a decretare l'assenza, se non addirittura la mancanza di serietà da parte dello Stato nei confronti di una attività che dovrebbe essere assolutamente garantita. Che questo Paese sia in declino lo si riscontra anche attraverso queste notizie.

Continuo però a lanciare un allarme che andrebbe considerato con attenzione. L'ho già fatto e non mi stancherò di farlo. L'attuale Ospedale Maggiore della Carità  di Novara ha bisogno di investimenti e ne ha bisogno con urgenza. Il rischio, in alternativa è quello di far morire, o migrare altrove quelle eccellenze ospedaliere che rappresentano l’autorevolezza e il prestigio di questa struttura.

L’eventuale costruzione di una nuova struttura, ammesso che ciò avvenga, con i tempi tecnici dei lavori pubblici italiani, potrà forse essere prevista tra un decennio (basti pensare che la delibera di individuazione dell’area è del 2004 quando il sottoscritto era assessore all’urbanistica del Comune di Novara). Il Maggiore non può aspettare tanto.

Occorrono nuove ed importanti risorse secondo le necessità che un ospedale di quadrante deve necessariamente avere altrimenti in tempi brevi si assisterà ad un ridimensionamento delle potenzialità e della autorevolezza dello stesso, con l’aumento della mobilità passiva verso altre regioni (Lombardia docet).

La politica delle trattative è finita da tempo. Deve iniziare quella del coraggio e della incazzatura, si deve essere molto duri con una Regione che sta facendo del Torino-centrismo la filosofia della gestione della Sanità piemontese.

Che i Novaresi si sveglino perché altrimenti oltre alle tante aziende che oggi non sono più attive sul nostro territorio perderemo anche la maggiore azienda pubblica che è appunto lo storico Ospedale Maggiore.

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